Indagati i Mastella: il commento dell'Italia dei Diritti

Roma, 22 ottobre 2009 – “La prudenza in questi casi è d’obbligo, visto che gli inquirenti sono al lavoro per accertare le eventuali responsabilità. Se fosse vero il teorema accusatorio ci troveremmo di fronte all’ennesimo caso di clientelismo che da sempre funesta il Meridione, contribuendo a rafforzare stereotipi discriminatori di cui spesso ne fanno le spese i semplici cittadini. L’attività della macchina amministrativa deve improntarsi alla trasparenza e all’efficienza nella gestione dei procedimenti, altrimenti si rischia di alimentare luoghi comuni a tutto vantaggio di chi mira a screditare la delicata e cruciale funzione del settore pubblico”.

Questo il commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, relativo allo scandalo dell’Arpac che vede coinvolti tra i 63 indagati anche Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo, colpita da divieto di dimora in Campania e in 6 province limitrofe. Le accuse contestate vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’abuso di ufficio, alla turbativa d’asta e alla concussione per la gestione di appalti e concorsi pubblici. Nella lista dei politici sponsorizzatori, figurerebbero anche Antonio Bassolino e Alfonso Pecoraro Scanio.

In relazione alla vicenda anche Antonio D’Auria, responsabile campano dell’Italia dei Diritti, movimento presieduto da Antonello De Pierro, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Non c’è nulla di nuovo, purtroppo nella nostra regione questi fatti sono all’ordine del giorno, con grave nocumento dei tanti giovani che studiano con impegno e si vedono però sorpassati troppo spesso da incapaci raccomandati”.

* Fonte: Ufficio Stampa Italia dei Diritti