di Simone Anselmo – Con l’affermazione di Pierluigi Bersani, il PD guadagna probabilmente una guida più esperta e sicura, ma al servizio di una linea immutata di corteggiamento di Confindustria e dei poteri forti. Di più: contrariamente a un diffuso luogo comune, l’asse Bersani- D’Alema-Letta (e Colaninno) è quello più direttamente legato agli ambienti confindustriali e bancari, ben rappresentati nella Fondazione Italiani Europei. Gli stessi ambienti e interessi peraltro che il pluriministro Bersani ha lautamente servito per anni, con detassazioni dei profitti, privatizzazioni, precarizzazione del lavoro: quelle politiche che hanno colpito i lavoratori spianando la strada a Berlusconi.

Lorenzo Basso a livello regionale è sicuramente ottimo garante per i confindustriali liguri, insomma un Bersani locale, la sua attività come consigliere regionale è chiarificatrice in merito, la giunta Burlando si appresta a costruire una grande coalizione che va dall’Udc a Rifondazione per continuare il progetto di cementificazione delle nostre coste, senza spendere un solo provvedimento a difesa dei lavoratori e delle classi più deboli.

Le sinistre italiane (ed in particolare regionali), politiche e sindacali, non si facciano dunque incantare dai nuovi leader PD e dalla retorica sul “lavoro”. Respingano le possibili sirene di una nuova “Unione” di centrosinistra. Uniscano nell’azione le proprie forze, in piena autonomia dal PD, per cacciare Berlusconi e Burlando con la mobilitazione di massa, nella prospettiva di un’alternativa vera. Solo una sinistra autonoma e alternativa al PD, può costruire un futuro per il movimento operaio italiano.

* Simone Anselmo – Coordinatore provinciale Partito Comunista dei Lavoratori