Clinica San Michele: interviene Nino Miceli

di Nino Miceli – Sono rimasto sorpreso e stupito di quanto avvenuto ieri nel corso della trattativa inerente il salvataggio della  clinica San Michele di Albenga. Dopo mesi di confronto, a poche settimane dallo scadere della cassa integrazione per i lavoratori ad un passo dall’accordo tra la ASL e l’attuale gestore dell’azienda il banco è saltato e tutto torna in discussione.

Deve essere chiaro a tutti che l’impegno economico che ASL e Regione hanno messo sul piatto è molto rilevante e garantisce pienamente il proseguo dell’attività ed il mantenimento dell’occupazione.

Chiunque si candidi a continuare l’attività della San Michele deve avere chiaro che non potrà scaricare sulle spalle del pubblico il problema dei lavoratori per “sgravare” l’immobile da quell’onere impegnativo e contrattarne quindi al rialzo il valore immobiliare.

Il Sindaco Tabbò presente ieri alla trattativa in Prefettura ha già confermato che non ci sarà alcun cambio di destinazione d’uso e che l’impegno dell’amministrazione comunale è condizionato al mantenimento dell’attività sanitaria della San Michele.

Il pallino è adesso in mano alla famiglia Nante e ai soggetti privati interessati alla gestione della clinica. Entro giovedì tutte le carte dovranno essere scoperte: piano industriale, mantenimento e sviluppo dell’occupazione e trattativa sull’immobile.

Se il banco salta il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie si farà incerto.  Sono sicuro che innanzitutto la famiglia Nante, storica e stimata famiglia albenganese, senza rinunciare alla legittima tutela dei propri interessi, non vorrà assumersi l’onere pesante di abbandonare al proprio destino chi in tanti anni ha contribuito ad accrescerne il prestigio ed il patrimonio.

* Nino Miceli – Consigliere Gruppo PD Regione Liguria