Lavoro: la Liguria aderisce a progetto ministeriale AR.CO

Adesione della Regione Liguria al Programma AR.CO, un piano di sviluppo del territorio per la crescita dell’occupazione promosso dal Ministero del Lavoro per favorire lo sviluppo territoriale sostenibile e far crescere l’occupazione con interventi nei settori dell’artigianato e del commercio legato al turismo. Il Programma viene realizzato con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro S.p.A., agenzia tecnica del Ministero.

Per la Liguria le risorse ammontano a circa 1 milione e 800 mila euro di cui 781 mila stanziati dal Ministero del Lavoro per attivare servizi di assistenza tecnica e consulenza alle imprese e gli incentivi per l’assunzione di lavoratori disoccupati e 1 milione finanziati dall’assessorato regionale al Lavoro. Lo stanziamento regionale è così ripartito: 600 mila euro per favorire l’occupazione stabile dei giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni attraverso l’erogazione di bonus per le assunzioni e 400 mila euro per consentire l’acquisizione di competenze tecnico/professionali e favorire l’occupazione, in particolare dei giovani, attraverso voucher formativi.

Sono interessate al progetto AR.CO Le Cinque Terre, la Val di Vara e la Val di Magra, nello Spezzino, il Tigullio ( costa ed entroterra) in provincia di Genova , la Riviera Savonese e la Val Bormida , in provincia di Savona. Tutte le aree individuate, prevalentemente a vocazione turistica, si connotano per gli aspetti paesaggistici e naturali ma, anche a causa della crisi, risentono di un minore dinamismo economico.

“Con l’adesione ad AR.CO. la Regione Liguria punta a sostenere gli strumenti e le misure già avviate a sostegno della crescita di impresa e dello sviluppo dell’artigianato locale, alla valorizzazione dell’offerta turistica regionale e alla creazione e diffusione di marchi e specificità produttive” spiega l’assessore ligure al Lavoro Enrico Vesco. “In particolare le risorse integrative regionali sono prioritariamente rivolte a favorire l’occupazione e il lavoro dei giovani. I dati dimostrano infatti che una quota sempre crescente della fascia giovanile non riesce a collocarsi stabilmente o in maniera coerente con il proprio percorso di studi. Inoltre – conclude Vesco – la forte diffusione di contratti di lavoro flessibili ha dato vita ad un mercato del lavoro molto fluido in cui i giovani transitano, più e più volte, da situazioni di occupazione a situazioni di disoccupazione nell’attesa di conseguire contratti più stabili”.