Nella seduta di venerdì la Giunta Comunale di Alassio ha deciso di intitolare due spazi pubblici a due grandi personaggi: Enzo Tortora, giornalista televisivo, scomparso da 21 anni, accusato in vita di essere mafioso e spacciatore di droga, finito in carcere sulla base delle accuse di pregiudicati della Nuova Camorra organizzata (Giovanni Panico, Goivanni Melluso detto Gianni il Bello, Pasquale Barra e altri 8; additato al pubblico ludibrio, mostrandolo ammanettato mentre veniva condotto in carcere; una storia assurda, terminata troppo tardi con la completa riabilitazione, assolto per non aver commesso il fatto, ma minato da questa esperienza tragica nella reputazione, nell’orgoglio e soprattutto nel fisico; scomparso poi per un tumore, sicuramente conseguenza delle vicissitudini legate al suo ingiusto incarceramento; uno dei più eclatanti esempi di malagiustizia del nostro Paese; Sua Eccellenza il Conte Edgardo Sogno Rata del Vallino, scomparso nel 2000, monarchico, medaglia d’oro al Valor Militare per la resistenza contro i nazifascisti, internato in campo di concentramento, indagato per il cosiddetto “Golpe Bianco”, finì in cella a Regina Coeli nel 1974 sotto le accuse di un magistrato rampante, il P.M. Luciano Violante, poi diventato personaggio di spicco nel P.c.i. /D.s. ora Partito Democratico; assolto poi in istruttoria per non aver commesso il fatto, altro caso di accanimento e di malagiustizia. Ho avuto l’onore di conoscerLo personalmente, in quanto uomo di cavalli, aveva preso parte a innumerevoli Cacce alla Volpe.

La Resistenza: Monarchico, prese parte alla Resistenza, ottenendo una Medaglia d’oro al valor militare. Vicino al Partito Liberale Italiano all’epoca in clandestinità lo rappresentò nel CLNAI. Dopo l’8 settembre, l’allora tenente Edgardo Sogno attraversò il fronte prendendo contatti con il Regio esercito che presidiava le regioni del Mezzogiorno e qui, stabilito un contatto con il governo di Vittorio Emanuele, prese parte attiva nell’organizzare una rete spionistica per liberare le regioni settentrionali in mano ai tedeschi. Fece dunque ritorno al Nord grazie all’appoggio dell’esercito britannico, [1] per creare e dirigere l’Organizzazione Franchi, formazione militare legata all’Intelligence Service sorta durante la Resistenza attiva dall’inverno del 1944 per la liberazione delle regioni settentrionali. Nel medesimo periodo, il ten. Sogno nel tessere la sua rete spionistica, prese contatti anche con la celeberrima Brigata Osoppo e quando le sorti delle forze tedesche parevano oramai segnate, dal febbraio 1945, tentò di avviare una trattativa con la tristemente nota Xª Flottiglia M.A.S. al fine di coordinare ed unire gli sforzi in un fronte comune per fermare l’avanzata delle milizie jugoslave guidate da Tito nei territori orientali dell’Istria e dell’area giuliana. Tra le imprese più brillanti, anche se poi sfortunata, fu la tentata liberazione di Ferruccio Parri, allora detenuto nell’albergo di via Santa Margherita, a Milano, dove le SS avevano stabilito il loro quartier generale. Sogno si presentò nell’albergo indossando un’uniforme della milizia tedesca, fingendosi latore di messaggi speciali: ma riconosciuto, fu catturato e mandato in campo di prigionia in provincia di Bolzano, dove sopravvisse fino alla fine del conflitto

Il presunto progetto di colpo di stato:

Nel 1971 rientrò in Italia e diede vita ai Comitati di Resistenza Democratica, una serie di centri politici nati in funzione anticomunista.Negli anni settanta Sogno si convinse che l’Italia necessitava di una repubblica presidenziale e quindi di una riforma costituzionale simile a quella che il generale de Gaulle aveva ottenuto in Francia. Strinse amicizia con Randolfo Pacciardi, fautore della repubblica presidenziale e si associò alla loggia massonica eversiva P2.

Prese contatti con diversi generali e preparò un progetto di governo. Nelle sue intenzioni, doveva svolgersi “un’operazione largamente rappresentativa sul piano politico e della massima efficienza sul piano militare” come scrive lo stesso Sogno (Messori-Cazzullo, Il mistero Torino, pag. 423) e lo scopo era spingere il presidente Leone a nominare un nuovo governo capace di modificare la costituzione in senso presidenzialista. Al ministro della Difesa Giulio Andreotti si attribuisce il merito di aver spostato i vertici militari coinvolti, ostacolando il progetto golpista, che comunque, non andò mai oltre la fase dell’ideazione. Paolo Emilio Taviani raccontò, dopo la morte di Sogno, di averne riferito le intenzioni alla Procura della Repubblica di Torino.Nel 1974 il magistrato Luciano Violante lo accusò di aver pianificato insieme a Randolfo Pacciardi e a Luigi Cavallo il cosiddetto Golpe bianco “al fine di mutare la Costituzione dello Stato e la forma di governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale”: finì per un mese e mezzo a Regina Coeli insieme a Luigi Cavallo, ritenuto dal giudice Luciano Violante il vero ideatore del Golpe bianco. Randolfo Pacciardi e Luigi Cavallo smentirono in numerose rettifiche e in emissioni televisive qualsiasi tentativo di Colpo di Stato.Contemporaneamente, Violante prendeva atto del trasferimento a Roma delle istruttorie, e si dichiarava territorialmente incompetente a proseguire l’indagine che si concluse qualche anno dopo con un proscioglimento pieno, per non aver commesso il fatto.

Il comune di Alassio ha intenzione, insieme con il Centro Pannunzio e il Suo Direttore, Prof. Pier Franco Quaglieni, di organizzare due giornate di studio e di riflessione legate a queste due altissime personalità di grande dirittura morale, in occasione dello scoprimento delle targhe dedicate a Enzo Tortora e a Sua Eccellenza il Conte Edgardo Sogno Rata del Vallino, invitando la Sig.ra Francesca Scoppelliti, compagna nella vita del giornalista, presidente della Fondazione per la Giustizia Enzo Tortora, e le figlie di S.E. il Conte Edgardo Sogno Laura e Sofia.

Entrambi questi due grandi personaggi sono stati accomunati da un fenomeno, la malagiustizia e l’improvvisazione indagatoria tesa alla spettacolarizzazione, che ancora oggi più di ieri deve far riflettere e meditare a lungo.

* Marco Melgrati – Sindaco di Alassio