di Fabrizio Pinna – Molto ampia l’adesione allo sciopero trasporti in provincia di Savona proclamato dai sindacati di categoria FILT – CGIL, FAISA – CISAL e CUB: adesione personale viaggiante 83% ACTS e 85% SAR, Impianti fissi 15% ACTS 50% SAR, Uffici 0% ACTS E SAR, secondo i dati forniti dalle stesse aziende.

Non sono però mancati momenti di tensione e di scontro acceso anche tra i sindacati, con CISL e UIL – in posizione defilata dopo l’accordo firmato venerdì scorso nel processo di fusione tra ACTS e SAR – che hanno denunciato episodi di “intimidazione” nei confronti dei loro iscritti che non hanno aderito allo sciopero. Muro contro muro anche con l’amministrazione provinciale, la quale in una dura nota è entrata nel merito dell’incontro avvenuto nel pomeriggio con le delegazione dei lavoratori e sindacati a Palazzo Nervi, “ad esito – si legge nel comunicato – della forte pressione di alcuni facinorosi e di svariati atti deprecabili”.

Seduti al tavolo, il Presidente della provincia di Savona Angelo Vaccarezza e l’assessore ai trasporti Paolo Marson, oltre alle sigle sindacali non aderenti allo sciopero CISL e UIL. Ma la situazione è rimasta  oggi ancora una volta sostanzialmente in stallo. Responsabilità tutta da addebitare ai sindacati, attacca l’amministrazione provinciale savonese: “è stato chiesto alle organizzazioni sindacali, FAISA CGIL e CUB, di chiarire e precisare formalmente quali fossero le ragioni della manifestazione e, in particolare, in quali parti l’accordo del 24 novembre 2009, siglato dalla Provincia con tutte le componenti sindacali, sarebbe stato disatteso facendo venir meno le garanzie per i lavoratori interessati dalla fusione fra ACTS Linea Spa e SAR TPL Spa. Nei fatti, a fronte di tali richieste, le predette sigle sindacali, che hanno indetto lo stato di agitazione, non hanno fornito precisazione alcuna in ordine alle ragioni della protesta e hanno ritenuto di non far pervenire all’Amministrazione provinciale neppure successivamente un chiarimento scritto sul tema”.

Durante l’incontro “sono emerse solo doglianze sindacali risalenti alla precedente fase di gestione delle imprese di trasporto locale e alla grave situazione di dissesto che le aveva caratterizzate” insiste l’amministrazione Vaccarezza che giudica lo sciopero un atto tutto “politico”: “la manifestazione odierna, cui hanno partecipato in forza attiva soprattutto lavoratori delle aziende di trasporto genovesi, piuttosto che di quelle locali, si è dimostrata una mera protesta politica, anziché un’azione a tutela dei veri interessi dei lavoratori”.

L’Amministrazione Provinciale di Savona, non chiude del tutto la porta al dialogo, ma certo le posizioni sembrano irrigidirsi di ora in ora; “nel manifestare ogni più ampio appoggio all’azienda ed al suo management” sottolinea la nota, la provincia “rimane disponibile, nell’ambito delle proprie competenze ed in ragione delle proprie quote di partecipazione societaria, per ogni ulteriore confronto, purché serio e basato su precise obiezioni ed eventuali richieste di chiarimento, in ordine al contenuto dell’accordo del 24 novembre u.s., ma non intende ulteriormente prestarsi a speculazioni di mero carattere politico”.

Scontro frontale, dunque, secondo la linea già evidente nei giorni scorsi nelle dichiarazioni dell’assessore provinciale ai trasporti Paolo Marson, il quale oggi ha anch’egli ribadito – certo senza attenuazioni o sfumatura alcuna – le accuse già rivolte ai sindacati nei giorni scorsi dopo la mancata firma del patto sindacale da parte di CGIL e CAB. “Stupisce, invero – ha precisato l’assessore Marson – come – a fronte della grave congiuntura che, anche nella nostra provincia, colpisce le classi lavoratrici ed i soggetti più deboli, quali coloro che hanno perso l’impiego ovvero occupano posti di lavoro precario o scarsamente remunerato – si critichi un processo di unificazione aziendale privo di impatto sociale. Si tratta di un percorso di razionalizzazione, già approvato delle stesse organizzazioni sindacali – nel corso del quale vengono non solo garantiti il mantenimento della piena occupazione e gli attuali trattamenti salariali, ma anche un incremento dell’occupazione, dei servizi ed una riduzione dei costi per la collettività”.

“Evidentemente – ha proseguito Marson – non tutte le organizzazioni sindacali hanno veramente a cuore la tutela del lavoro e dell’occupazione e rispettano i diritti degli utenti, che sono i fruitori di un pubblico servizio che oggi non è stato possibile rendere secondo i normali standard solo per avvallare un’azione di forza non sorretta da motivazioni sostanziali. La mia solidarietà va – poi – ai lavoratori e ai responsabili dell’azienda che hanno responsabilmente tenuto fede ai loro impegni, nonostante siano stati oggetto di azioni irresponsabili e violente di frange certamente minoritarie dei manifestanti. La fusione di ACTS Linea Spa e SAR TPL Spa ed i conseguenti accordi è, invece, aliena da questa logica di parte e, al di là di ogni considerazione ideologica, il solo scopo di migliorare il servizio di trasporto pubblico nella nostra provincia, diminuendone i costi a carico della collettività senza compromettere gli attuali livelli occupazionali ma anzi prevedendo nuove assunzioni”.