Coppia gay in sciopero della fame a Savona, Verdi: “Non si può fare finta di niente”

di Fabrizio Pinna – Lunedì, non ha avuto grande eco l’appello lanciato dall’Associazione Le ninfe – GenovaGaya Lgbt che chiedeva alle “istituzioni, locali e nazionali” di “rompere il silenzio” e di far sentire la “loro voce di solidarietà e sostegno” alla “battaglia civile e nonviolenta” di Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia. Da Genova, sulla vicenda della coppia gay in sciopero della fame a Savona dal 4 gennaio scorso (Manuel Incorvaia ha temporaneamete sospeso giovedì lo sciopero, dopo un malore), sono nuovamente intervenuti oggi anche i Verdi liguri. “L’esistenza di famiglie omosessuali in Italia è un dato di fatto: la nostra arretratezza sull’affermazione dei loro diritti anche”, dichiara secca il Presidente di Verdi Liguria Cristina Morelli, la quale qualche giorno fa aveva invece accolto positivamente la svolta avvenuta in Portogallo con il riconoscimento dei matrimoni omosessuali. “In Italia – prosegue l’esponente ligure dei Verdi – bisogna lavorare per accelerare i tempi nel riconoscere i loro diritti, non possiamo accettare che si arrivi a gesti estremi come lo sciopero della fame e fare come se niente stesse accadendo”.

Non manca, in vista delle prossime regionali, una sferzata polemica nei confronti di Biasotti, notoriamente critico – come tutto il centro destra – verso la recente legge regionale “contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”: “In Liguria un primo passo [per il riconoscimento dei diritti] è stato fatto con la legge antidiscriminazione proposta dai Verdi e approvata in Regione lo scorso 28 ottobre, che il candidato del centrodestra Sandro Biasotti ha prontamente annunciato di volere abolire se eletto”. “Purtroppo – conclude Cristina Morelli – all’ordine del giorno dell’agenda politica sembra che ci siano altre priorità che esulano dai bisogni reali e concreti della gente”.