di Fabrizio Pinna – “Vaccarezza ha un’idea bizzarra della democrazia, questa è la verità; noi chiediamo soltanto una cosa elementare, cioè di fare chiarezza rispetto a quello che è successo prima delle ultime elezioni provinciali”. Dopo le polemiche di queste ultime ore seguite al Consiglio Provinciale in cui il Presidente Vaccarezza ha “dichiarato guerra” alla minoranza in Palazzo Nervi, accusando lunedì in particolare il Pd di stare orchestrando un “attacco politico” per via giudiziaria al solo scopo di farlo cadere, il segretario provinciale del Partito Democratico Giovanni Lunardon respinge al mittente le accuse.

Partita ancora tutta aperta dopo il Consiglio Provinciale, dichiara sicuro ad “Albenga Corsara” Lunardon, nessun dubbio è ancora stato sciolto, anche in merito alle contestazioni relative alle firme false. “Ci sono soltanto due risposte possibili: o le regole sono state rispettate e allora tutto va bene, andiamo avanti più convinti di prima e lui sarebbe il più forte uscendo da una situazione di questo tipo; oppure le regole non sono state rispettate e allora il problema sarebbe molto serio. Lui ha il dovere di dire come sono andate le cose, dovrebbe dirlo a qualcuno: con i giudici ha fatto scena muta, nel consiglio provinciale non ci ha neppure consentito di discuterne”, accusa a sua volta il coordinatore savonese del Pd.

Tutto regolare, hanno ripetuto ieri in una nota congiunta i due capogruppo Pdl e Lega Nord in Consiglio provinciale Santiago Vacca e Carla Mattea, stigmatizzando la decisione dei gruppi di minoranza di disertare la seduta. Di opposto parere, va da sé, rimane Lunardon: “noi siamo usciti perché il presidente del Consiglio provinciale – che è espressione della maggioranza di centro destra – ci ha detto che era possibile soltanto una comunicazione del Presidente e non la possibilità di discutere nel Consiglio Provinciale. Siccome noi non siamo abituati a fare i personaggi muti di una commedia che tra l’altro noi non abbiamo voluto, abbiamo deciso che così non andava bene, ci siamo alzati e ce ne siamo andati”.

Davvero “nessun complotto politico” come sostiene invece il presidente Vaccarezza e tutto il centrodestra, dunque? “Poniamo con forza un problema certamente politico: il rispetto delle regole nel quadro della democrazia. Su questo, il primo interessato a fare chiarezza dovrebbe essere lo stesso Vaccarezza”, la replica di Lunardon che tiene la posizione e anzi rilancia il guanto di sfida: “Scelga la sede però lo faccia, perché altrimenti rischia di indebolire non soltanto se stesso ma le istituzioni che dovrebbe rappresentare”.