di Fabrizio Pinna – Nei prossimi giorni, forse già domani secondo le ultime voci, l’ufficializzazione dell’accordo raggiunto tra Pd e Udc nel sostegno della candidatura di Claudio Burlando alle Regionali liguri di marzo. Trattative, si sa, molto lunghe che hanno alle spalle un ancor più lungo e continuo lavoro di tessitura in Regione, dove già in questa legislatura non sono mancati momenti di attrito tra il “centro moderato” e le forze di sinistra, con in mezzo il Pd a mediare e allo stesso tempo impegnato a non far deflagrare l’accesa dialettica interna tra le sue varie anime. La recente storia politica dell’attuale coordinatore regionale dell’Udc Rosario Monteleone, che dal viottolo Margherita-Pd nel 2008 ha appunto sterzato verso l’Unione di Centro, riassume in fondo molte di queste contraddizioni, fatte di porte lasciate socchiuse, contiguità, “ostilità”. osmosi e giri di valzer tra i due partiti.

Tra i “mediatori”, un ruolo di primo piano – seppure spesso portato avanti con discrezione dietro le quinte – lo ha certo avuto il consigliere regionale uscente Michele Boffa, valbormidese di Millesimo, che dopo aver dovuto cedere sconfitto la presidenza di Palazzo Nervi ad Angelo Vaccarezza, correrà a Savona per la riconferma di un posto nel parlamentino regionale.

“Il lavoro che io ho fatto in questi anni, soprattutto in questi due ultimi da capogruppo del Pd in Regione – spiega ad ‘Albenga Corsara’ Michele Boffa – è stato quello di cercare di far coesistere bene le diverse anime del Pd, perché è evidente che abbiamo maturato sensibilità politiche diverse avendo percorsi di provenienza diversi; come gruppo coeso ho poi cercato di fare da cuscinetto tra quelle che sono, diciamo, le ambizioni politiche e bandiere della sinistra e quelle dell’Udc, in modo tale da cercare sempre più la sintesi. Io ho cercato, insomma, di far superare delle allergie reciproche che avrebbero messo a rischio la coalizione. Mi sembra che adesso sia quasi in porto”.

D.: Un pronostico sull’esito del voto?

R.: Si configura una battaglia equilibrata; per conto mio Biasotti ha tra le sue armi migliori la capacità di comunicazione e Burlando ha la capacità e la competenza politico-amministrativa. Noi riteniamo di avere fatto bene in questi cinque anni. Naturalmente si poteva fare anche meglio, ma difficilmente avremmo potuto fare di più con il fardello che abbiamo ereditato, dovuto soprattutto al grave bilancio in deficit nella sanità. Per il resto, penso che ce la faremo a vincere le elezioni e io farò il possibile per essere riconfermato anche perché, indipendentemente da altre questioni, sono evidentemente soddisfatto per come ho interpretato il ruolo di Consigliere regionale.

D.: Ritiene – come spesso è stato detto – che continui a Genova un certo strabismo, anche da parte del Pd, nei confronti di Savona?

R.: Non mi pare; credo che, insieme ad altri, abbiamo proprio anche dato l’idea che non è vero che la Regione è così ‘genovacentrica’ e che Savona non conta niente. Si tenga presente che il Governo di questa regione si è fondato con me come capogruppo del Pd, Carlo Ruggeri come assessore all’Urbanistica e alle Infrastrutture, Nino Miceli come presidente della commissione sociosanitaria. Complessivamente Savona ha avuto un ruolo importante nelle responsabilità di governo: conta dal punto di vista del Partito Democratico e dei suoi rappresentanti e, quindi, come territorio.