Spesa pubblica in Liguria: presentato a Genova il report

Oscilla tra i 25 e i 28 miliardi di euro l’andamento della spesa totale del settore pubblico allargato in Liguria , una cifra che si è mantenuta pressoché costante nel tempo. È quanto emerge dalla presentazione del volume l’Italia secondo i Conti pubblici Territoriali. I flussi finanziari pubblici in Regione Liguria realizzato dal Nucleo regionale di progetto presso la Regione Liguria in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione del Ministero dello Sviluppo Economico, presentato questa mattina presso il Palazzo della Provincia di Genova alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale al Bilancio, Giovanni Battista Pittaluga e dell’assessore alle Finanze della Provincia di Genova, Monica Puttini.

L’obiettivo è quello di disporre di uno strumento in grado di garantire una misurazione dei flussi di entrata e di spesa sul territorio attraverso una rete di ventuno nuclei regionali, uno per ciascuna regione e provincia autonoma. Il convegno ha rappresentato l’occasione per approfondire una serie di dati di rilevante interesse sull’intervento pubblico in economia e la governance delle partecipazioni.

Dall’analisi della distribuzione territoriale della spesa pubblica si osserva come in Liguria esiste una corrispondenza tra la quota della popolazione residente (2,8%) e il contributo alla ricchezza nazionale (3%), mentre la quota di spesa pubblica rappresenta il 3,5% del totale, frutto anche della presenza di un alto numero di anziani che non consentono la riduzione delle componenti più rilevanti: sanità e previdenza. In Liguria è la spesa corrente (stipendi, pensioni, spese di funzionamento) a determinare l’andamento della spesa totale in quanto ne rappresenta il 90%, con un incremento da 22.677 milioni di euro nel 2003 a 23.760 nel 2007. Mentre la spesa in conto capitale, al 10%, in concomitanza con eventi alluvionali nel 2002 e nel 2004.

Negli anni in Liguria sono cresciute le società create da Regione, province e Comuni a livello regionale che sono passate da un centinaio alla fine degli anni ’90 alle attuali 270 frutto del crescente fenomeno di esternalizzazione dei servizi pubblici, cioè dell’affidamento all’esterno, che risulta generalizzato in Italia. Con l’aumento delle società partecipate è cresciuta anche la spesa dei soggetti a rilevanza regionale che nel 2006 è stata di 2,2 miliardi di euro, pari al 7% del PIL regionale e all’82% della spesa pubblica complessiva, rispetto al 1 miliardo di euro nel 2000.

Dai dati presentati si evince come in Liguria l’apporto del settore pubblico all’economia del territorio sia notevole: la spesa pubblica regionale ammonta al 2,8% a fronte di un PIL regionale pari al 3% a dimostrazione che la Liguria contribuisce alla ricchezza nazionale più di quanto ne utilizzi. Novità sul fronte della spesa per il personale: se infatti prima del 2005 risultava in rapporto più elevata rispetto alle regioni del Nord, dal 2005 in poi si è assistito ad uno sforzo di contenimento. Nel 2003 la spesa pro capite per il personale ammontava 800 euro, nel 2007 è salita a 950 euro, una crescita contenuta dunque, che rimane al di sotto delle regioni del nord la cui spesa pro capita si attesta sui 1050 euro.

La spesa delle amministrazioni locali si concentra in Liguria nei macrosettori dell’amministrazione generale e della mobilità. Il maggiore impegno verso i trasporti corrisponde anche ad una maggiore spesa determinata dalla necessità di superare le difficoltà del territorio e ovviare a collegamenti meno facili.

Infine per quanto riguarda la spesa pro capite in conto capitale in Liguria per la sanità è superiore rispetto al nord, si attesta infatti sui 25 euro a fronte dei 21 euro del Nord, dei 12 euro del Sud e dei 27 del centro. Segno dell’impegno sul fronte delle infrastrutture sanitarie, ambulatori e macchinari per offrire risposte ai cittadini e sostenere qualitativamente l’economia del territorio.

Maggiore in Liguria la quota di investimenti, risorse regionali, trasferiti alle imprese e alle famiglie, rispetto alle altre regioni del Nord Italia. La quota pro capite ammonta a 245 euro contro i 181 del Nord Italia e i 345 del Sud in particolare nei settori delle attività produttive, mobilità e trasporti.