Liguria: Sigillo d'argento a Raimondo Ricci, deportato nei campi di Fossoli e Mauthausen

Si è conclusa con il conferimento del Sigillo d’argento al senatore Raimondo Ricci (Imperia, 1921), arrestato nel 1943 dai militari dell’Upi per attività partigiana e deportato nei campi di Fossoli e Mauthausen, oggi la seduta solenne del Consiglio regionale ligure. Negli archivi Rai, in una sezione dedicata alle memorie dei superstiti dai Lager, si trova raccolta anche la sua drammatica testimonianza di quegli anni. Il presidente dell’Assemblea Giacomo Ronzitti ha consegnato al senatore la più alta onorificenza concessa dal Consiglio della Regione Liguria con queste motivazioni: “Per la coerenza e coraggio nell’ora ardua delle scelte. La montagna imperiese prima, il carcere e la deportazione nel lager di Mauthausen poi, ne segnarono il cammino di uomo retto e libero. Protagonista della lotta di liberazione nazionale ha fatto della testimonianza il fulcro del proprio impegno civile, in difesa dei valori della Resistenza sanciti nella Costituzione della Repubblica”.

“Sono profondamente commosso – ha detto Ricci – Non so se ho meritato questo riconoscimento, ma desidero dedicarlo alla memoria di tutti i compagni, di tutti i deportati nel campo di Mauthausen e negli altri campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale, e anche a chi, prima, ha lasciato la vita in una stagione nuova dell’umanità quale è stato lo sterminio del popolo ebraico, degli oppositori e di intere popolazioni realizzato dai nazisti, con l’aiuto dei fascisti. Voglio dedicare questo riconoscimento anche a tutti i morti che ho avuto accanto durante il mio trasporto a Mauthausen ai primi di giugno del ’44. Quelli che sono tornati erano l’8%, dopo Mauthausen e il destino ha voluto fossi tra i superstiti. Credo di aver testimoniato per tutta la vita quella terribile esperienza, il tentativo che fu fatto di distruggere la nostra essenza umana. Credo che il riconoscimento vada a chi la vita l’ha lasciata. Da parte mia testimoniare è stato solo dovere”.