Tra gli oratori ufficiali, era presente anche il presidente emerito delle comunità ebraiche italiane Amos Luzzatto ieri a Genova alla seduta solenne del Consiglio regionale ligure in occasione del Giorno della Memoria che oggi si celebra. Un viaggio nella memoria, il suo discorso, ma anche uno sguardo rivolto al futuro e al presente funestato nel mondo da feroci persecuzioni razziali e violenze politiche.

«Quando tornammo a casa in una Europa distrutta – ha ricordato Amos Luzzatto – pensavamo che le cose non avrebbero potuto tornare più come prima. Ma commettevamo due errori. Il primo errore consisteva nella certezza consolatoria con la quale si affermava: “mai più!” Si riteneva di aver toccato il fondo. E qui purtroppo sbagliavamo. Il secondo errore consisteva nell’analisi che riduceva tutti i motivi di persistente conflittualità a una contrapposizione ideologica: da un lato le democrazie liberali, dall’altro lato, caduti i regimi dittatoriali di Italia e Germania, i Paesi comunisti, un nemico da isolare prima e da battere poi».

A questo proposito Luzzatto ha ricordato che «L’episodio della scomunica dei comunisti e dei socialisti loro alleati, non conosce alcun equivalente nel corso della II Guerra mondiale quando forse sarebbe stata urgente». Luzzatto ha ricordato il dramma degli ebrei superstiti, «quelli che dalla Liguria partivano, con navi di fortuna, per tentare di raggiungere la Palestina a volte venivano respinti verso campi che si trovavano a Cipro, ma anche rimandati nella stessa Germania dalla potenza egemone, che, in quella zona, era la Gran Bretagna».

Secondo il presidente emerito delle comunità ebraiche in quegli anni sono state gettate le basi per il conflitto israelo-palestinese. A proposito del conflitto in Medio Oriente Luzzatto ha ricordato il ruolo della Liguria nel dopoguerra («La porta di Sion com’era chiamata allora, perché di qui partiva, per crearsi lì un nuovo motivo per credere nella vita») e ha lanciato una proposta: «Riparta dunque da Genova l’appello all’Europa di farsi sede e istituzione degli incontri costruttivi per il comune avvenire pacifico degli israeliani e palestinesi. L’Europa unita e democratica di oggi sia l’atteso catalizzatore, faccia di questo obiettivo uno dei cardini principali della propria iniziativa politica».

A proposito della Giornata della Memoria, Luzzatto ha messo in guardia anche da «determinati elementi come pregiudizi, le difficoltà a sentire identico a noi lo straniero che parla e veste diversamente, la malintesa compattezza di gruppo che imporrebbe all’ospitato di spogliarsi immediatamente e completamente della propria identità sono quelli che hanno costituito il terreno per lo sviluppo di tanti fiori del male che hanno funestato il nostro passato». E, per celebrare la giornata della memoria un invito a trovare nuove idee, come «un “tema dell’anno”. Il primo potrebbe essere “Fuggire dalla paura”. Abbracciando così iraniani e africani, i perseguitati razziali e i violentati dai poteri politici».