di Fabrizio Pinna – Messo alla porta dopo reciproci corteggiamenti dal Movimento Altra Savona e fallita l’anno scorso l’idea di costruire una sua lista civica (con tanto di apparizione – politicamente  inverosimile – in un reclamizzato consesso all’Abazia di Sesto al Reghena…) per presentarsi alle elezioni provinciali, l’ex presidente della Provincia di Savona Marco Bertolotto è infine rinato dalle proprie ceneri per tornare alla ribalta delle cronache “politiche” in queste ultime ore, dopo la conferma praticamente ufficiale domenica della molto vociferata sua candidatura nella lista civica a sostegno di Sandro Biasotti. Previsto per martedì il crisma ufficiale, con la presentazione a Genova – ore 14.45, presso il Point elettorale di viale Brigate Bisagno – del logo e degli altri nomi “civici” che correranno in lizza col candidato del centro destra nelle “Liste Civiche per Biasotti Presidente”.

Per oltre un anno – si ricorderà – prima della caduta della Giunta e del commissariamento della Provincia, il panorama savonese fu contrassegnato dall’aspro scontro tra il presidente Bertolotto, il Pd e la coalizione di sinistra che lo aveva portato nel 2004 alla guida della Provincia di Savona. Uno spettacolo spesso indice di ambiguità e degrado della locale “vita pubblica” al punto tale che l’ultimo consiglio provinciale (30 ottobre 2008), secondo un giudizio espresso dall’allora minoranza di centro destra – ma da molti bipartisan condiviso al di là delle attribuzioni di responsabilità – è rimasto consegnato alla memoria dei politici “annali della vergogna e dello squallore”.

In un clima opaco e velenoso, tra i numerosi motivi delle continue frizioni fra Bertolotto e il centro sinistra, gli ammiccamenti e le aperture dell’ex presidente entrato sempre più nell’orbita del ministro plenipotenziario ligure FI-Pdl Claudio Scajola, già allora intenzionato a estendere sempre più la sua influenza anche nel savonese. Scontate dal Pd e dalla sinistra le reazioni critiche alla notizia della candidatura; da Rifondazione, spesso direttamente in prima linea nelle diatribe con l’ex presidente della provincia di Savona, icastici i commenti. Una conferma di responsabilità nella caduta nel 2008 della Giunta provinciale, dicono. Così anche Furio Mocco, Responsabile Lavoro e Politiche economiche del PRC Savona, secondo il quale fu una “crisi voluta e guidata dallo stesso Marco Bertolotto che ha saputo recidere nettamente con l’elettorato che gli aveva permesso l’elezione, che ha demolito la maggioranza che lo aveva sostenuto, che più volte aveva lanciato segnali inequivocabili di apertura al centro destra”. “Il trasformismo politico è ormai prassi consolidata e allo sconcertante spettacolo della politica mercato non c’è limite”, afferma Mocco tagliando corto: “abbiamo avuto ragione noi nel definire politicamente terminata l’esperienza governativa di Marco Bertolotto”.

Che però ha aperto la strada alla conquista di Palazzo Nervi ad Angelo Vaccarezza e al centro destra, preparando anche la via aurea a Marco Bertolotto per un ambito posto in Regione.