di Carlo Tonarelli – Da un sondaggio  di questi giorni per il 40% dei cittadini di Albenga il primo problema che il Sindaco della città deve affrontare è quello della Sicurezza. Non mi sembra di vivere nel Bronx, ma indubbiamente sono cresciuti negli ultimi anni quei reati definiti come minori (furti, rottura vetri delle macchine etcc..) ma avvertiti come “maggiori” nella percezione sociale perché toccano direttamente le persone.

I divario fra fatti e percezione è elevato. L’incidenza dei furti in appartamento (e ,quindi, la probabilità che avvengano) è circa dello 0,23% (inchiesta Demos-Unipolis 2008), mentre il timore di esserne vittima coinvolge il 23% dei cittadini ,una quota di persone cioè 100 volte superiore. Le percezioni ad Albenga contano più dei fatti, per cui l’insicurezza e la paura “sono” esistono, inutile girarci intorno. Ma la distanza fra realtà e rappresentazione limita l’efficacia delle soluzioni.

La lotta all’immigrazione ai marocchini, agli albanesi, non può garantire rassicurazione, perché indica bersagli precisi quanto limitati. E soprattutto, lontani dall’origine vera dell’insicurezza, che risale, principalmente, al cambiamento violento e profondo del nostro mondo: il nostro ambiente di vita quotidiana non ci protegge più. Un tempo ,neppure tanto tempo fa, era visibile, vivibile e vissuto. Impigliato,n una tela fitta di relazioni sociali e di vicinato. Il territorio esisteva. Vi si passeggiava, incontrando persone conosciute. I “foresti” si individuavano subito, era facile tenerli d’occhio. Il paese esisteva, i luoghi di relazione e d’incontro  proteggevano dal mondo. Oggi non è più così, anche Albenga  sta diventando anonima, devastata da una dilatazione urbana senza limiti guidata dagli interessi  immobiliari assai di più che dai disegni del PUC. Cala la sera chiudono i negozi e i bar. La gente si rifugia sempre più in casa  “il mondo incombe”.

Ci  minaccia da vicino con le sue crisi e le sue guerre. E noi sappiamo tutto. in diretta, attraverso la televisione. Il mondo è tra noi. Ha il volto degli stranieri, che popolano la nostra realtà sempre più numerosi. L’insicurezza nasce dallo spaesamento. Dal logorarsi dei legami sociali, dalla solitudine delle persone, dalla perdita di confidenza con il territorio intorno a noi. Di giorno. Tanto più di sera  e la notte quando si incontrano solo “gli altri”. Per questo le terapie contro l’insicurezza  si traducono in tentativi di “ controllare” il territorio. Da un lato attraverso la militarizzazione, dall’altro con i sistemi di sorveglianza elettronica. Ma le forze di polizia sono e saranno insufficienti  per molti anni ancora, non ci sono più i soldi – mi confidava un carabiniere – per comprare le palette per intimare lo stop, tra poco useremo le mani nude.

Abbiamo messo videocamere ovunque, abbiamo speso 120 mila euro di impianti e spenderemo migliaia di euro di manutenzione ogni anno, quando in tutto il resto d’Europa, per prima l’ Inghilterra, ha ammesso che non servono assolutamente a niente. Si tratta di placebo, soluzioni che rendono ancora più acuto il senso di spaesamento ,imitano un controllo sociale che non esiste e non può esistere perché non esiste più la società, di cui fanno la caricatura. Le soluzioni sono altre:  cultura, integrazione, vivibilità, aggregazione, rapporti, manifestazioni etcc.. queste sono le soluzioni per Albenga in  un futuro, mi auguro, non troppo lontano una volta finita la strumentalizzazione e la demagogia.