Il teatro civile di Ulderico Pesce: tre serate all'Archivolto

Dopo il successo ottenuto nella scorsa stagione con “Storie di scorie” (le scorie erano quelle radioattive delle centrali nucleari), Ulderico Pesce dal 4 al 6 marzo ritorna in Liguria al Teatro dell’Archivolto di Genova con tre nuovi spettacoli, dedicati a tre diversi temi, attuali e scottanti, che segnano la nostra società e la nostra storia più recente: Asso di monnezza (giovedì 4 marzo), ovvero lo scandalo dei traffici illeciti di rifiuti urbani e industriali che attanagliano l’Italia; Il triangolo degli schiavi (venerdì 5 marzo), che racconta la storia dei clandestini costretti a lavorare illegalmente come braccianti nelle campagne in condizioni inumane; e infine A come… amianto (sabato 6 marzo), in cui un’inchiesta sulle morti da amianto fa da sfondo alla storia d’amore di un giornalista d’assalto e un’aspirante cantante.

Narrate con la tecnica di un moderno cantastorie, con Pesce oltre che autore anche interprete dei propri lavori, le storie (di fantasia) di ciascuno spettacolo si basano su indagini condotte dallo stesso Ulderico Pesce e un’accurata documentazione. Attraverso i suoi lavori, tutti prodotti dal Centro Mediterraneo delle Arti da lui diretto, Pesce denuncia ma allo stesso tempo commuove e diverte. Il messaggio – ribadito anche attraverso il suo sito internet www.uldericopesce.com, in cui è possibile firmare diverse petizioni legate ai temi dello spettacolo – è che un mondo diverso è possibile, basta che ognuno faccia la sua parte.

Nel primo spettacolo presentato alla Sala Mercato il 4 marzo, attraverso la storia di Marietta, nata nella periferia di Napoli, a Pianura, e della sua famiglia, Pesce racconta di come lo smaltimento illegale dei rifiuti urbani e industriali, sia il vero asso nella manica della criminalità organizzata. Ironizzando anche sulla ‘civile’ Lombardia (dove in galera per traffici illeciti di rifiuti è finito un vice comandante della Polizia provinciale, e dove sono state accertate, solo nella città di Milano, ben 193 discariche abusive), lo spettacolo si sofferma sulle illegalità accertate in varie regioni, per evitare che si possa pensare che il problema riguardi solo la Campania.

Ne Il triangolo degli schiavi (Sala Mercato 5 marzo) il protagonista, Ambrogio Morra, emigrato da Foggia a Roma alla ricerca di un lavoro e costretto a convivere con 400 canarini per risparmiare sull’affitto, decide di ritornare in Puglia. Qui, grazie all’opera di volontariato prestata dalla nonna Incoronata, viene a contatto con la realtà dei Centri Temporanei di Accoglienza e degli immigrati clandestini (africani, polacchi…), sfruttati come braccianti nelle campagne per pochi euro e praticamente ridotti in schiavitù da imprenditori senza scrupoli. All’interno dello spettacolo inserti video tratti da “Una stagione all’inferno” di Medici Senza Frontiere e “Mare nostrum” di Stefano Mencherini. Fanno da colonna sonora le musiche tradizionali dei popoli Arberesh, stanziati in Basilicata e Calabria.

Si chiude il 6 marzo con A come… amianto, in cui Nico, giornalista d’assalto che conduce un’inchiesta sull’amianto, gira l’Italia con la sua telecamera, sulle tracce di morte lasciate dall’inquinamento da amianto: tra le fabbriche di Sesto San Giovanni e Casale Monferrato, dove si fabbricava l’eternit, da Monfalcone, dove si fabbricano navi coibentate con l’amianto, a Balangero, dove c’è la più grande cava di amianto di tutta Europa. In questo percorso difficile e necessario, lo accompagna per amore Maria.

Per gli spettacoli: biglietti da 20 a 18 euro, studenti sino a 26 anni 7,50 euro – Informazioni e biglietteria 010.6592.220, 010.412.135, www.archivolto.it

Ulderico Pesce, definito dalla critica italiana “l’esponente di spicco della nuova generazione dei narratori teatrali italiani”, è nato in Lucania (Rivello, 16 giugno 1963). Allievo dell’Accademia di Teatro di Mosca diretta da Anatoli Vassiliev, ha lavorato come attore con Luca Ronconi, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Sbragia, Gabriele Lavia, Franco Branciaroli e altri. Ha partecipato a vari progetti internazionali (Ciascuno a suo modo di Pirandello per la regia di Vassiliev, con il Teatro di Roma, l’Accademia teatrale di Mosca e l’Università La Sapienza di Roma; Capitan Ulisse di Savinio per la regia di Erik Baranowski, con le Università di Berlino e di Parma).

Ha messo in scena Diario Ottuso di Amelia Rosselli, Novecento di Alessandro Baricco e Levi Carlo Graziadio, scritto con Giovanni Russo. Successivamente ha scritto e diretto Contadini del Sud, tratto dall’opera di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, con il quale ha partecipato a festivals in Australia, Argentina, Brasile, Uruguay, Cile, Colombia, Venezuela, Francia e Svizzera e ha scritto e ha scritto e diretto L’innaffiatore del cervello dell’anarchico Passannante, con il quale ha partecipato al Festival Internazionale di Teatro di Santarcangelo di Romagna e a festivals in Cile, Argentina e Perù.

Fedele alla sua idea di teatro civile, negli anni 2000 Pesce ha messo in scena molti spettacoli “a tema”; ricordiamo Storie di Scorie: il pericolo nucleare in Italia; Medea: diario di una clandestina; Il triangolo degli schiavi, Il canto di Antigone, Asso di monnezza, Il grido delle pietre: la vita di Domenico Lentini; La sposa di Scanderberg: la diaspora Arberesh; Evviva Maria: i moti di Reggio Calabria e l’assassinio di 5 anarchici; A come …amianto.