MC – Giorgio Massa, geometra, candidato nella lista civica del Sindaco Tabbò nelle imminenti elezioni amministrative di Albenga, prende carta e penna e fissa sulla carta i suoi pensieri sul fenomeno  immigrazione e della sicurezza, avventurandosi in una analisi molto personale.

“ll tema della sicurezza mi stà particolarmente a cuore ed è uno degli aspetti su cui intendo impegnarmi, qualora me ne verrà offerta la possibilità. I fenomeni migratori, in qualsiasi epoca e in qualsiasi luogo hanno sempre generato problematiche collaterali dovute al riordino degli  assetti della vita civile dei popoli.

I processi di adattamento e convivenza sono molto lenti e abbisognano di adeguate politiche che affrontino tutti gli aspetti della vita civile , a 360 gradi. L’offerta lavorativa genera flussi in ingresso di persone di altre nazioni, le quali portano con loro culture, usi, modi e religioni diverse. Il nostro ordinamento giuridico e le nostre regole di convivenza, supportate da una Carta Costituzionale quanto mai aperta, trasversale e democratica sono il fondamento per una convivenza civile tra diverse etnie.

Ma il lavoro che viene offerto a queste persone non supplisce da solo a soddisfare tutte le esigenze della loro vita sociale.  Ogni individuo deve avere la possibilità di condurre la propria esistenza nel tessuto sociale del paese di propria dimora, condividendo e partecipando a realtà con matrice collettiva. Va da sè che  dopo la giornata lavorativa, ha necessità di rapporti umani e di poter frequentare luoghi di incontro, che possano favorire le proprie necessità di esistenza e lo aiutino ad inserirsi nel tessuto sociale. Ad Albenga si è assistito al raddoppio della popolazione residente immigrata, che ha origine diversa per etnia. Quando tali fenomeni assumono entità di questo tipo, occorre prendere in esame anche gli aspetti collaterali e complementari oltre che dei meri problemi occupazionali, quali l’alloggio, le forme aggregative semplici  e complesse, la frequentazione di locali pubblici, etc. Sottolineo che il problema della criminalità e del malaffare sono altra cosa e restano estranei al mondo del lavoro. Riguardano tutta la società nella sua composizione multi-etnica, in quanto nessuna etnia ha l’esclusiva o il monopolio della delinquenza.

La convivenza pacifica in qualsiasi paese deve sottostare ad ovvie regole civili e al rispetto delle Leggi dello Stato.Il distinguo da operare è proprio questo: tra il mondo del lavoro e il mondo del crimine, sia esso di qualsiasi tipo. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, occorrerà attuare quanto prima precise politiche tese alla concretizzazione della interazione tra la nostra cultura e quelle straniere presenti ad Albenga. Oltre, naturalmente, a favorire l’aggregazione e la vita sociale tra i
componenti delle varie culture presenti. Tutto ciò potrebbe essere realizzato attraverso programmi culturali che affrontino realmente gli aspetti della vita di tutti i giorni come corsi di lingua, di istruzione e apprendimento culturale/civile  e molto altro che potrà essere promosso in sinergia tra il Comune e gli assessorati compenti con tutte le associazioni e gli enti che si occupano di sociale, assistenza, cultura e comunicazione.

Il problema dell’ordine e della sicurezza pubblica, con tutte le varie sfaccettature che ne discendono, come la percezione o meno di sicurezza andranno affrontati con diverse metodiche che non potranno ricomprendere, in nessun caso, iniziative o proponimenti di genesi e attuazione estranei alle Istituzioni e poste in essere solo dai soggetti legittimamente preposti.
Naturale fondamento per poter intervenire in ogni iniziativa tesa al contrasto della criminalità è il concetto che tutto deve passare obbligatoriamente attraverso le Istituzioni pubbliche preposte che operano in materia di Pubblica Sicurezza e Polizia Giudiziaria.
Tutto ciò non lascia alcun spazio a fenomeni “alternativi” raffazzonati, che io reputo anche palliativi e potenzialmente pericolosi per l’ordine pubblico, come le ronde o qualsiasi altra forma, che io definisco addirittura extra-istituzionale. Ognuno deve fare il proprio lavoro. Non ci servono dilettanti della sicurezza o ardimentosi pericoli vaganti.

Ritengo di possedere valori di Patria e nutro un così elevato sentimento di rispetto e fedeltà allo Stato, tali da impedirmi di credere a nessuna forma alternativa di gestione di determinate tematiche,  che debbono continuare a costituire GARANZIA ISTITUZIONALE per i cittadini senza essere nè delegittimate, nè erose.
Lo Stato deve fare lo Stato. Non si possono appaltare a terzi compiti dello Stato.
Nel momento in cui ciò dovesse venire meno, anche solo in parte, inesorabile sarebbe il processo di imbarbarimento della DEMOCRAZIA e lo scivolamento in una realtà con un grado di libertà inferiore.  Inoltre, l’importante distinguo da operare in realtà civili multi-etniche è quello tra sicurezza reale e la percezione della sicurezza.
Si può provare e percepire insicurezza e ravvisare potenziale pericolo anche laddove non esiste tale rischio concreto. Cio’ dipende dalla nostra maniera di mediare ed elaborare informazioni e messaggi e dalla nostra formazione culturale. Se proviamo paura a camminare in un marciapiede ove stazionano due o tre persone con colore della pelle diverso, intenti a chiacchierare in una lingua diversa dalla nostra, probabilmente la nostra percezione di insicurezza o di mancata sicurezza è falsata per eccesso e irreale o parzialmente tale.

Altro caso sarebbe quello di una situazione analoga, ove le stesse persone fossero in preda ai fumi dell’alcol o di droghe, urlassero o  tenessero comportamenti palesemente aggressivi.
In questo caso ritengo che la percezione di insicurezza e di potenziale pericolo di aggressione potrebbe essere lecita e ampiamente giustificata. Ma questi esempi potrebbero essere riproposti in qualsiasi paese del mondo, con tutte le razze ed etnie esistenti. Il distinguo da operare è ovviamente legato alla nostra cultura e alla nostra maniera di intendere il territorio.
Niente può insegnarci il vivere civile in comunità, laddove i nostri convincimenti razziali o di fratellanza non fossero adeguati ai diritti di convivenza pacifica di tutti gli esseri umani!  Io sono un cattolico e dove non arriva la  mia logica riesce la mia Fede, ma in questo caso, basterebbe la logica”.
Giorgio MASSA
Candidato Consigliere Comunale nella Lista Civica “è Albenga” -Tabbò Sindaco.