L’onorevole Sandro Biasotti, candidato presidente della Regione Liguria, interviene sul tema delle spese sanitarie dopo che la Corte dei Conti, questa mattina, ha espresso un giudizio molto negativo rispetto all’operato della Regione. «Questa volta non sono io o qualche consigliere regionale di centro destra a parlare apertamente di sprechi, di appalti sotto inchiesta e di prezzi lievitati – dice Biasotti è il procuratore della Corte dei Conti della Liguria, Luciano Coccoli a parlare apertamente di istruttorie riguardano contratti di appalto di lavori, servizi e forniture che hanno fatto registrare rilevanti lievitazioni dei prezzi. Secondo la Corte dei Conti nel mirino sono i rapporti tra la Regione Liguria e la società di servizi informatici Datasiel, che si sarebbe aggiudicata appalti in ambito sanitario al di fuori della libera concorrenza».

Dunque accuse chiare e circostanziate: «Abbiamo la Corte dei Conti della Liguria che parla di violazione della normativa in materia di evidenza pubblica, aggiungendo che esiste un pregiudizio della libera concorrenza e un danno erariale. Dunque, secondo i magistrati, la Regione guidata da Burlando ha rinunciato volutamente a opportunità per la pubblica amministrazione, di ottenere da altri contraenti condizioni di maggior favore. Il significato di queste dichiarazione del procuratori è lampante e significa che la Regione ha sprecato denaro pubblico. Se c’erano dubbi sul cattivo funzionamento della sanità in Liguria, oggi sono stati diradati dai giudici».

Per Biasotti si tratta della seconda volta in cui la sinistra viene smentita in maniera clamorosa: «Sono di qualche giorno fa i dati del ministero del Tesoro sul cosiddetto risanamento della sanità regionale. In realtà i numeri, oggettivi e non opinabili, dicono apertamente che Burlando non ha risanato un bel nulla». Poi una conclusione più politica: «Sono curioso di vedere come reagiranno di fronte alla denuncia della Corte dei Conti i falsi moralisti della sinistra nostrana, che in questi giorni si scandalizzano per un errore formale nella consegna delle fine in altre regioni».