Grazie alla Fondazione A. De Mari prende il via il progetto per la creazione di un “Polo della ceramica savonese”, un centro espositivo specificatamente destinato alla ceramica, il prodotto artistico manifatturiero che ha trovato straordinario sviluppo, dal tardo medioevo ad oggi, nell’area savonese e albisolese, e che maggiormente qualifica e rappresenta la più significativa realtà produttiva del territorio.

Il progetto costituisce una grande opportunità di valorizzazione e di sviluppo turistico del territorio savonese, attraverso la realizzazione di una struttura – sino ad oggi mancante – in grado di riunire in una sede adeguata per spazi e possibilità di fruizione, anche sul piano dello studio e della divulgazione di questi manufatti, le numerose collezioni, sia di iniziativa privata che pubblica, formatesi nel tempo e attualmente dislocate in più sedi.

Un’opportunità che viene oggi offerta dalla Fondazione A. De Mari – Cassa di Risparmio di Savona, proprietaria del Palazzo del Monte di Pietà, grazie alla promozione di un programma di recupero dell’edificio e la concessione dei locali per tale destinazione culturale.

“Oggi prende ufficialmente il via un progetto – dichiara il Presidente della Fondazione A. De Mari Roberto Romani – che porta a compimento una scelta operata da parte nostra già da tempo. Il Palazzo del Monte di Pietà, un tempo archivio della Banca Carisa, e rimasto inutilizzato a lungo, rappresenta una ricchezza dei savonesi, che con questo progetto proprio a loro torna. Si tratterà di una struttura in grado di dare un’immagine unitaria di cosa è stata e cosa è oggi la ceramica del nostro territorio.”

Il progetto ha trovato pronta risposta nell’Amministrazione Comunale di Savona, che si è dichiarata disponibile a gestire la nuova struttura, collegandola funzionalmente agli spazi della Civica Pinacoteca ospitata nell’adiacente Palazzo Gavotti.

“Questo progetto – dichiara il Sindaco di Savona Federico Berruti – ha un doppio valore: per il “contenitore” e per il “contenuto”. Infatti da un lato il progetto permette il recupero di un palazzo di pregio del nostro centro storico, che tanto sta a cuore all’Amministrazione e ai cittadini savonesi, legati ai valori architettonici di Savona. Dall’altro lato, il progetto rappresenta un altissimo valore anche per il suo contenuto e consente ciò che altrimenti non sarebbe possibile, ossia l’ampliamento della Pinacoteca Civica. Si viene così a creare il secondo museo della ceramica più importante d’Italia. Il progetto è importante anche perché si colloca in un contesto di azioni di valorizzazione della tradizione artistica del nostro territorio, che costituisce anche una leva per turismo colto e di qualità. Infine, voglio sottolineare l’altissimo valore rappresentato dal contributo della Fondazione in questi temi di scarsa disponibilità di risorse pubbliche. Contributo che la Fondazione ha scelto di concretizzare in modo coerente con gli indirizzi per il futuro della città; a questo proposito penso ai contributi alle mense scolastiche, alla riqualificazione della sala della Sibilla al Primar e al progetto Renzino Astengo. Un rapporto con l’Amministrazione Comunale, dunque, davvero proficuo”.

“L’occasione offerta dalla generosità e della lungimiranza della Fondazione De Mari Dichiara l’Assessore alla Cultura del Comune di Savona, Ferdinando Molteni – è decisamente storica. Ampliare la Pinacoteca con un grande museo della ceramica antica era un sogno che sembrava irrealizzabile. Invece sta per diventare realtà. Savona avrà il più importante museo della ceramica in Italia dopo Faenza. Sono grato a Roberto Romani, presidente della Fondazione De Mari, per aver portato a termine, con tenacia e competenza, l’iter che ci ha condotto alla valutazione del bellissimo progetto di recupero dell’immobile e di allestimento della raccolta. E non posso dimenticare il suo predecessore, Luciano Pasquale, che per primo aveva ipotizzato tale operazione”.

Verrà così costituto un unico articolato percorso di visita al complesso delle opere, con inizio su Via Pia dall’esistente reception della Pinacoteca, già dotata dei necessari servizi di accoglienza, e termine nel Palazzo del Monte di Pietà, uscendo dallo scalone aperto su Via Aonzo.

Evidenti sono le sinergie di gestione così realizzabili, oltre al recupero, a favore della Pinacoteca, di spazi aggiuntivi per esposizione, fissa e temporanea, nei locali attualmente ospitanti oggetti ceramici, che invece andranno concentrati nei nuovi spazi ricavati nel Palazzo del Monte.

Dichiara la Direttrice della Pinacoteca Civica di Savona, Eliana Mattiauda: “Unito alla Pinacoteca, il polo della ceramica savonese permette di realizzare nel cuore della nostra città un centro espositivo di grandissima rilevanza, formato da straordinarie collezioni d’arte. Grazie all’importanza delle raccolte e all’offerta di servizi museali la nuova sede museale, oltre a costituire un punto di riferimento per l’intero territorio, potrà godere di una marcata riconoscibilità a livello nazionale e internazionale. L’unione dei due palazzi offre inoltre l’opportunità di dotare la città di un itinerario turistico culturale formato da Palazzo Gavotti e dalle sue collezioni, dal Polo della ceramica, dagli ambienti affrescati del Monte di Pietà. Uscendo si potrà agevolmente accedere alla Cattedrale, al chiostro francescano, alla Cappella Sistina e al costituendo Museo diocesano.”

Criteri generali dell’intervento – Criterio generale seguito nella progettazione dell’intervento di rifunzionalizzazione è quello della conservazione e del recupero delle parti del palazzo, ove sono evidenti e visibili le tracce delle antiche fasi di trasformazione succedutesi nel tempo. L’intervento prevede inoltre il mantenimento dell’impianto architettonico e distributivo, che ben si presta, per le proprie caratteristiche e per la presenza di sale di dimensioni variabili, ad ospitare collezioni di oggetti, quali i prodotti ceramici, la cui conservazione non richiede, peraltro, sofisticati impianti di regolazione e trattamento termoigrometrico. Impianti che, in edifici antichi, possono essere di difficile se non devastante inserimento.

Per contro è evidente che le diffuse ma consistenti modifiche attuate nel palazzo nel corso del XX secolo, hanno causato alterazioni significative di molti elementi strutturali e, soprattutto, la perdita di gran parte della facies esteriore degli ambienti. Pertanto, il Palazzo del Monte presenta l’opportunità, in molti degli ambienti interni, di calibrati ma decisi interventi di sostituzione o di modifica di elementi strutturali e di finitura, nonché la possibilità di inserimento di elementi di segno attuale, senza interferire in modo distruttivo e irrispettoso sulla storicità dell’edificio nel suo complesso.

Le collezioni – Nel nuovo museo è prevista la concentrazione delle raccolte pubbliche (già proprietà della Civica Pinacoteca, comprendente tra l’altro la grande collezione dei vasi da farmacia dell’antico Ospedale S. Paolo), di quelle frutto di donazioni private (tra le quali particolare rilevanza hanno le maioliche in prevalenza bianco-blu della collezione del principe Buoncompagni-Ludovisi e della collezione Folco), la collezione della Fondazione A. De Mari – Cassa di Risparmio di Savona (che include tra l’altro le collezioni ceramiche acquistate nel tempo dalla Cassa di Risparmio di Savona) la recente acquisizione della collezione Figliolia e la collezione Bixio.

Questo complesso insieme di opere, in gran parte da mantenere nella originaria unicità di aggregazione per gruppi, e in altra parte costituita da oggetti eterogenei o veri pezzi unici (in particolare le opere moderne), troverà una logica distribuzione nelle varie sale del palazzo, che consentono, in alcuni casi, una formula espositiva in grado di richiamare, per assonanza e ideale riferimento, gli antichi sistemi di collocazione: ci si riferisce in particolare ai vasi da farmacia, da sempre sistemati, quando non erano considerati come oggi meri oggetti d’arte ma semplici contenitori per medicamenti, all’interno di scaffalature aperte o chiuse da ante vetrate, rigorosamente allineati e affiancati per tipologie.

Si è pertanto ideato un sistema di scaffalature a nicchie, serialmente ripetibile per aggregazioni orizzontali e verticali, con possibilità di raggruppamenti a diversa composizione. Il modulo è stato adottato per esporre le due principali e più consistenti collezioni: i vasi da farmacia dell’Ospedale S. Paolo verranno concentrati in un locale a piano secondo, occupando, l’intero perimetro delle pareti, da pavimento a soffitto, mentre gli oggetti, di varia tipologia, della collezione Buoncompagni-Ludovisi verranno ospitati con analogo sistema, ma costruito a due piani accessibili, e collocato all’interno del grande vano a doppia altezza del salone a piano secondo.

Alcuni dati – Numero opere in ceramica oggi esposte in Palazzo Gavotti = 562; Attuale superficie espositiva, relativa alla ceramica, in Palazzo Gavotti = mq 335; Numero opere in ceramica di prossima esposizione in Palazzo Monte di Pietà = 800; Superficie espositiva in progetto in Palazzo Monte di Pietà = mq 570 oltre a mq 150 per mostre temporanee e 60 per spazi multimediali per un totale di c.a. 780 mq.

Committente: FONDAZIONE DE MARI – CASSA DI RISPARMIO DI SAVONA – Progettisti: Armellino & Poggio architetti associati Architetto Rodolfo Falluca; Architetto Marco Ricchebono.