Conferenza stampa “plenaria” oggi per il Pd a Savona che ha presentato  le sue idee programmatiche per lo sviluppo della provincia savonese.  “Per quanto sia irrituale che una forza di opposizione (questo siamo in Provincia) si faccia carico di una risposta complessiva sui temi dello sviluppo e della crescita – riassume una nota del Pd – , questa esigenza si pone e deve ricevere uno sbocco, soprattutto in un momento come questo di crisi profonda, in cui c’è bisogno di tamponare, ma anche di indicare una via di uscita dalla crisi che guardi al futuro, che sappia accompagnare le singole amministrazioni nella definizione degli atti necessari per l’avvio di nuovi progetti supportando le strutture tecniche amministrative e sostenendo nelle scelte, gli amministratori, attraverso una campagna informativa seria e corretta che sappia trasmettere alle comunità i contenuti di ogni singola scelta, che sappia dialogare e affrontare le criticità in un clima costruttivo e dinamico per far questo:

– serve una cornice unitaria per collocare in una visione complessiva i temi dello sviluppo e per dare una risposta in termini di “regia” che la Provincia non dà e non prova neppure a dare;

– serve definire un programma temporale in cui collocare i diversi interventi di sviluppo economico produttivo

Il quadro risulta aggravato da due fattori concomitanti: una accelerazione delle crisi nei territori savonesi che da noi è arrivata con un anno di ritardo e durerà fino al primo semestre 2010; l’assenza di ogni forma di politica pro-sviluppo da parte del Governo centrale che appare legato alla “strategia Tremonti”: non fare nulla per non sbagliare.

Una proposta metodologica: è necessario un unico strumento per legare le grandi questioni di sviluppo della provincia di Savona, una sorta di “nuovo patto territoriale” per la Provincia che faccia convergere risorse e progetti pubblici e privati, un accordo che definisca tempi e fasi di realizzazione di ciascun singolo intervento, impegni delle singole amministrazioni, impegni degli operatori coinvolti, risorse finanziarie impiegate sulla base di una logica di concertazione con le parti sociali”.

PD SAVONA – LE DIECI PROPOSTE PER LO SVILUPPO:

1)Un albo provinciale dei lavoratori in uscita dal ciclo produttivo: l’albo sarà composto dai lavoratori cassaintegrati e in mobilità; occorre costruire un meccanismo in qualche modo automatico per cui il 15% o il 20% delle assunzioni operate nell’ambito di progetti di sviluppo radicati nella nostra provincia vengono fatte pescando da questo albo, dando vita ad una sorta di patto di solidarietà interno alla nostra provincia tra aziende in crisi e aziende in grado di promuovere nuove occasioni di sviluppo; in questo contesto occorre ricalibrare le politiche della formazione di Provincia e Regione sulla base di nuovi obiettivi strategici per lo sviluppo del savonese.

2)Il circolo virtuoso dell’energia: ribadiamo il no all’ampliamento della centrale e rilanciamo sullo sviluppo delle rinnovabili per dar vita, con il concorso di Tirreno Power e del polo fotovoltaico previsto a Ferrania, ad un distretto savonese delle energie rinnovabili. In questo quadro riproponiamo in modo più articolato l’idea della riqualificazione dei gruppi a carbone esistenti. La logica è no al carbone in più, si all’ambientalizzazione e quindi alla riduzione del danno rispetto al carbone che c’è già, aumentando il rendimento e le garanzie ambientali. A fronte di questo si richiede a Tirreno Power la copertura dei parchi, l’avviamento a metano dei due gruppi a carbone e le centraline per il controllo dell’aria in mano pubblica. In più si chiede l’allaccio elettrico della piattaforma Maersk (riedizione del modello OCV) al fine di estendere l’elettrificazione dalla movimentazione delle merci sopra la banchina, all’alimentazione delle navi attraccate alla banchina. Obiettivo zero emissioni sulla nuova piattaforma portuale, progetto pilota nel nord Tirreno.

3)La logistica e il porto lungo: logistica e retroportualità rimangono una scelta strategica per Savona. Conferma dell’impegno per la piattaforma, dando attuazione alle prescrizioni del via regionale e procedendo alla completa elettrificazione dei movimenti a banchina e dello stazionamento. Fatti concreti per la retroportualità in Valle Bormida, individuando filiere di produzione e possibili scenari di sviluppo, a partire da attività di prima lavorazione di un parte delle merci in transito; primo tassello di logistica in Valle con priorità per i siti di Ferrania e/o Cengio; ingresso di un rappresentante della Valle Bormida in Comitato Portuale; potenziamento delle linee ferroviarie di valico verso Torino e Alessandria in funzione della logistica del porto di Savona-Vado in un quadro di rafforzamento del traffico su rotaia.

4)Una priorità, sbloccare le infrastrutture: rilancio del tema dell’extragettito o di una compartecipazione dei porti al gettito iva esistente per finanziare non solo opere portuali ma anche opere infrastrutturali funzionali ai porti: nella nostra provincia il completamento della ferrovia del ponente e l’albenga-valle bormida-predosa, declassamento Aurelia e realizzazione nuova Aurelia costiera con priorità al tratto Alassio-Andora e al by pass di Capo Noli, nuovo casello di Bossarino, metropolitana di superficie Cairo-Savona.

5)Una finanza amica per imprese e famiglie: in questa fase di crisi ancora acuta c’è ancora di più l’esigenza di sostenere e coordinare interventi atti ad alleviare il carico finanziario delle famiglie e delle imprese in difficoltà. Sostegno al Piano Famiglie dell’ABI (sospensione del pagamento dei mutui per 12 mesi per soggetti in difficoltà, oltre ad una serie di misure a favore delle pmi); rafforzamento consorzi fidi in partnership con la Camera di Commercio, armonizzazione e coordinamento dei fondi di garanzia costituiti a livello di comuni, associazioni e curia a favore delle categorie deboli attraverso l’istituzione di un Fondo provinciale di garanzia, realizzazione a scala regionale di una Autority che tenga sotto controllo con poteri sanzionatori gli aumenti tariffari dovuti a scelte che riguardano gli enti partecipati dai comuni, dalle province e dalla regione (dalle acque ai rifiuti ai trasporti alle autostrade).

6)La vocazione della provincia di Savona: il turismo: depurazione delle acque laddove non è presente ( a Ponente con il depuratore ingauno), una grande infrastruttura pedonale e ciclabile lungo la costa che saldi insieme l’area che verrà lasciata libera dalla ferrovia del ponente e il progetto regionale di un’unica passeggiata da Arenzano a Vado Ligure, corsia preferenziale per i progetti in via di definizione dei porti turistici (Margonara, Vado Ligure, Spotorno-Noli, Pietra Ligure e Albenga), dando la priorità ai progetti che prevedono sinergie con attività cantieristiche, dimezzamento dell’iva sulle attività turistiche con una vertenza pilota sostenuta dalla Provincia di Savona di concerto con le categorie turistiche.

7)Innovazione-Ricerca-Università: il sapere innanzitutto: partendo dal presupposto che non c’è competitività senza innovazione e non c’è industria di qualità senza ricerca, sviluppare un pilastro savonese legato ai temi dell’università, della ricerca e dell’innovazione è fondamentale. Soprattutto due sono le opportunità: da un lato il potenziamento del campus di Legino dando corso al progetto della Cittadella dell’Innovazione secondo le previsioni del Puc savonese e accentuando il legame tra esso e il sistema della imprese locali nelle direzioni già da tempo indicate dallo stesso management e dai soci del campus: energia, logistica, avionica, turismo, ovvero le principali vocazioni industriali della nostra provincia. Poi la realizzazione della piattaforma tecnologica presso il sito di Ferrania, evidenziandone le sinergie con il campus, mettendola a disposizione della crescita tecnologica delle imprese, non solo valbormidesi, e facendola diventare il cervello pensante del distretto energetico da costruirsi in nesso con il polo fotovoltaico di Ferrania e con l’impianto di Tirreno Power.

8)Accordi di programma e distretti per un nuovo corso industriale: centralità all’industria di qualità e ad alto valore aggiunto tecnologico. Obiettivi: dare attuazione all’accordo di programma per Piaggio e a quello per Ferrania, verificando in quest’ultimo caso lo stato di avanzamento reale del progetto del polo fotovoltaico, chiedendo al Governo di mantenere le promesse e di garantirne la praticabilità. Dare corso al progetto di polo della meccanica in località Pertite a Cengio, programmare con atti concreti la reindustrializzazione delle aree ex Acna. Sostegno all’”impresa diffusa”, cioè a quella rete fittissima di piccole imprese, in particolare artigiane, così presente e preziosa per il tessuto imprenditoriale savonese attraverso una politica di indotto industriale, nella logica dei distretti, che consenta di rendere efficaci le ricadute sul territorio dei grandi investimenti progettati. Quattro le priorità: un indotto logistico a valle di Maersk, un indotto della meccanica ad elevato valore aggiunto legato Piaggio, un indotto trasportistico legato a Bombardier, un distretto delle attività energetiche legato a Tirreno Power, a Ferrania, ai siti di energie rinnovabili e alle imprese energivore. Tenuto conto della doppia difficoltà ad avviare nuove imprese e a sostenere nuova imprenditorialità giovanile crediamo sia necessario rilanciare lo strumento del prestito d’onore, chiedendo al Governo di sostenere una sperimentazione a scala savonese per stimolare l’auto-imprenditorialità giovanile.

9)Comparto sociale: in un momento di crisi così acuta che tocca da vicino le persone e le famiglie e che, soprattutto in una provincia con le caratteristiche sociali e demografiche come la nostra, carica queste ultime di un ruolo sempre maggiore di “ammortizzatore sociale”, una funzione decisiva assume il comparto sociale, sia esso inteso come terzo settore – ed in particolare il comparto delle imprese sociali che operano sul nostro territorio con una quota significativa di occupati – sia inteso come l’insieme delle politiche sociali relative ai minori, all’assistenza agli anziani, al sostegno al lavoro giovanile e femminile, all’integrazione degli extracomunitari e al contrasto delle nuove e vecchie povertà. Il filo conduttore è che dalla crisi si esce solo se si riesce a promuovere, insieme allo sviluppo, una maggiore coesione sociale e una migliore qualità della vita e a produrre maggiore sostegno ai bisogni delle persone e delle famiglie. Alcune proposte concrete: riprendere il progetto del Piano Regolatore Sociale che la nuova amministrazione provinciale ha sostanzialmente abbandonato; individuare percorsi comuni di formazione per “professionisti sociali pubblici e privati”; dare vita con la partecipazione della Provincia, degli enti locali e di investitori privati come Fondazioni bancarie e Istituti di credito, al Fondo Immobiliare Etico, di prossima attivazione anche in Liguria (già presente in Veneto, Lombardia e Piemonte), annunciato da Burlando, un fondo che mira al massimo rendimento per gli investitori, ma alla finalità sociale di alleviare l’attuale emergenza abitativa acquisendo, costruendo o ristrutturando abitazioni che saranno affittate a prezzi inferiori del 30% – 40% rispetto a quelli di mercato; azzerare l’irap sulle cooperative sociali per promuovere un’economia che faccia dell’inclusione e dell’impegno sociale un tratto essenziale.

10)Comparto agricoltura-produzioni tipiche. Difesa del territorio produttivo sia intensivo che estensivo per salvaguardare il futuro delle aziende agricole e nello stesso tempo la vivibilità nella provincia. Sempre in funzione della difesa del territorio e delle aziende, affrontare in modo serio la problematica del contenimento degli ungulati che provocano danni ormai insostenibili e problemi di sicurezza. Favorire iniziative che vadano in direzione della “filiera corta” tra produzione e commercio o con l’incremento dei mercatini agricoli per avvicinare produttori e consumatori. Semplificare, per quanto riguarda le competenze degli enti locali, le mansioni amministrative e burocratiche che soffocano le aziende. Considerare il comprensorio albenganese come un vero e proprio distretto produttivo per l’agricoltura e le produzioni tipiche; in particolare puntando sulle infrastrutture, dalla viabilità alla canalizzazione delle acque,  alla costruzione di acquedotti irrigui. Importante in questa prospettiva è dare finalmente l’avvio al depuratore ingauno, con la previsione di utilizzare a fini irrigui il trattamento delle acque. Promuovere e sostenere iniziative mirate a valorizzare la cultura del  territorio, le sue valenze ambientali e naturali, i prodotti tipici e i marchi locali.