Preoccupato ma non sorpreso. Così si dichiara Sandro Biasotti, candidato presidente della Regione Liguria, dopo la divulgazione della nuova inchiesta giornalistica sulla salute pubblica e le liste d’attesa, questa volta portata a termine da “Salute-La Repubblica”. Dai dati pubblicati emerge che per una Moc, la mineralometria ossea computerizzata, esame fondamentale nella prevenzione e cura dell’osteoporosi, l’attesa a Genova è di 522 giorni. Per la Mammografia, altro esame fondamentale per la salute delle donne, Genova ha il record negativo a livello nazionale: «Con 459 giorni di attesa abbiamo superato, purtroppo verso il basso, il record che nel 2009 fu di Roma e nel 2008 di bari – dice Biasotti – è chiaro che si tratta di dati che allarmano e soprattutto richiedono una risposta da parte di chi fa politica».

Partendo da questi numeri, così negativi per la sanità pubblica ligure, il candidato presidente torna a ripetere quanto ha detto durante la campagna elettorale: «L’obiettivo del mio programma di governo è ridurre l’attesa a 30 giorni massimi per le visite urgenti, come sono spesso la Moc e la Mammografia, e a 60 giorni per gli altri casi. Il mio non è un semplice slogan o una promessa elettorale. La formula per raggiungere l’obiettivo è il classico “uovo di Colombo”. Si tratta di fare lavorare di più gli ambulatori».

Dunque, non solamente visite al mattino, in orari contingentati: «I servizi ambulatoriali devono restare aperti anche al pomeriggio e, quando occorre, anche al sabato. Chiaramente questo ampliamento dell’offerta si potrà ottenere con accordi tra Regione e sindacati». Poi, rispetto all’ipotesi di accordi con strutture private: «In certi casi e in misura limitata, potrà essere necessario anche agire con convenzioni tra pubblico e privato. Ma – ripeto – si tratterà dell’eccezione e non della regola».