Roma, 10 marzo – La Fisascat Cisl non sarà presente all’incontro convocato in modo irrituale da Federgioco (aderente a Fipe – Confcommercio) per questa mattina a Milano per la stipula di un~ protocollo di intesa per la creazione di un ipotetico contratto nazionale dei dipendenti delle case da gioco esistenti oggi in Italia.

La Fisascat, che è la federazione di categoria maggiormente rappresentativa nel settore nella data di oggi è impegnata nella Conferenza Nazionale dei Servizi Cisl, in corso in questi giorni a Roma ed aveva preannunciato la propria impossibilità per questo motivo a partecipare all’incontro indetto unilateralmente dalla Federgioco (federazione rappresentativa solo di alcune realtà aziendali – n.d.r.) che ha ritenuto di confermare ugualmente l’incontro, rischiando di mettere ~in forse in questo modo un sistema di relazioni sindacali ben più ampio consolidato da anni nel settore turismo e pubblici esercizi.

Nel merito della trattativa la Fisascat non si è ancora espressa, non avendo avuto modo di partecipare alla trattativa che Federgioco ha preferito condurre “per corrispondenza” con diversi comunicati e documenti di parte anziché tramite un tavolo di incontro sindacale che veda il coinvolgimento concreto dei soggetti maggiormente rappresentativi su un piano nazionale.

Forti permangono le perplessità della Fisascat su un evanescente protocollo di intesa ipotizzato da Federgioco, in presenza di ~uno scenario costituito oggi da quattro contratti aziendali (Sanremo, St. Vincent, Campione e Venezia) pienamente validi ed efficaci che nessuno, a partire dalla Fisascat, al momento ha intenzione di disdettare, anche perché innanzitutto occorre mantenere i diritti acquisiti dai lavoratori in tanti anni di forte tradizione contrattuale nel settore, al fine di non consentire situazioni di dumping contrattuale che favorirebbero una pericolosa deregulation del settore, proprio alla vigilia di probabili nuove norme nel settore.

Un tavolo di trattativa evanescente come quello voluto da Federgioco-Fipe ~non può certo contribuire ad affrontare i principali temi del settore a ~partire da quello occupazionale, infatti negli ultimi dieci anni si e’ assistito ad un pericoloso stillicidio di posti di lavoro anche molto specializzati che hanno portato mediamente ad una riduzione del 30% dell’occupazione.

Alla pesante crisi occupazionale del settore si affiancano le nuove norme sulla istituzione di ogni forma di gioco ed una ventilata nuova normativa per l’apertura di nuove case da gioco, senza un preciso criterio gestionale e di distribuzione geografica che aggraverebbe ulteriormente la già precaria situazione occupazionale del settore. Questi temi non possono che essere prioritari per la categoria e su tali temi devono essere sviluppati confronti istituzionali a tutela della professionalità e dell’occupazione degli addetti delle case da gioco che invece non hanno trovato finora riscontro nei confronti unilaterali sviluppati da Federgioco.

Il confronto secondo la Fisascat deve essere reimpostato sulla base di tutti questi temi prioritari e deve essere coerente con un obiettivo reale di tutela dei lavoratori delle case da gioco.