Alassio a Teatro sulle note de "Il Barbiere di Siviglia"

Prosegue ad Alassio, la stagione operistica promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Alassio, nell’ambito del circuito La Riviera dei Teatri – Provincia di Savona. Giovedì 18 marzo, alle ore 21.00, al Palalassio L. Ravizza andrà in scena l’opera “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, in una produzione del Teatro dell’Opera di Milano, per la regia di Mario Riccardo Migliara, che vedrà quali interpreti la Corale Lirica Ambrosiana e i Solisti dell’Orchestra Filarmonica di Milano.

Scritta quando Rossini era un giovane compositore emergente, “Il barbiere di Siviglia” è un’opera composta su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. Il titolo originale è “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”. Il libretto era stato già musicato l’anno prima da Francesco Morlacchi e prima di lui, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo “Barbiere di Siviglia” nel 1782.

La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e si rivelò un fiasco, osteggiata rumorosamente dai sostenitori di Paisiello. Il cast originario comprendeva nel ruolo del conte una grande celebrità, il tenore spagnolo Manuel García, mentre la prima Rosina è stata Geltrude Righetti Giorgi. Negli anni successivi l’opera ottenne vasti successi in tutta Europa, già nel 1819 alcuni suoi numeri erano stati inseriti in un ‘pasticcio’ a New York, dove sei anni dopo (il 29 novembre 1825, data capitale per la storia dell’opera in America) approdò nella sua integrità, messa in scena proprio dalla compagnia di García, di cui faceva parte la figlia, più tardi celebre come Maria Malibran.

“Le chiavi di lettura di questo “Barbiere di Siviglia” – spiega Mario Riccardo Migliara – evidenziano il movimento adeguato di una piazza di Siviglia, la follia presente nel libretto e nella musica di Rossini, il gioco inaspettato del caso e il costante colpo di teatro. Tutto, all’interno di quest’opera, è ineccepibilmente, quasi cronometrato in una misurazione strana, assurda, quasi che il metro delle cose sia il gioco e una pazzia gioiosa. Quello che mi si è evidenziato, in una prima lettura di questa opera, è l’estremo umorismo e la rapidità delle situazioni. Tutto varia con la stessa velocità con la quale Figaro crea condizioni favorevoli, equivoci e trucchi. L’umorismo di questa opera viene rimarcato da movimenti semplici e essenziali presenti anche nelle scenografie, che ricalcando un antico palco della commedia dell’arte, a seconda delle scene, si trasformano in balcone, disimpegno o interno casa di don Bartolo. L’ambientazione rimane quindi tardo settecentesca ma, più di tutti, si batte sulla possibile eccentricità che il sottotesto dell’opera esprime. Tutti si muovono secondo precise esigenze di copione ma non trascurano quel grottesco delle reazioni, nei momenti di maggior fulgore comico.

Come il suo autore diventa frequentemente ironico e accattivante, in questo Barbiere, che pur si mantiene nella sobrietà, spiccano le burle, le gag e l’estrema energia dettata dall’amore e da quello spirito vitale giovanile che tutta l’opera sprigiona. Ho voluto garantire oltre a questa energia e ai coup de teatre che portano al riso, quella classicità e armonia in modo da terminar l’opera con “sazietà dei sensi“.

In scena nel ruolo da solista: Corinna Reithuber (Rosina), Gabriele Nani (Figaro), Filippo Pina Castiglioni (Conte d’Almaviva), Antonio Russo (Don Bartolo), Daniele Biccirè (Don Basilio), Elena Franceschi (Berta), Carlo Bellavista (Fiorello/ufficiale). Maestro concertatore, Yuko Yamaguchi e direttore d’orchestra Vito Lo Re.

* Foto: Stefania della Zizza