Oltre cento rappresentanti delle categorie e degli ordini professionali della Liguria, imprenditori, architetti, broker, ingegneri, notai, commercialisti, avvocati, medici, farmacisti, terminalisti, artigiani e così via, hanno partecipato questo pomeriggio all’incontro delle “Categorie del Fare”. Quello andato in scena alla sala convegni del Savoia di Genova, è stato un summit tra i dirigenti delle associazioni che rappresentano il motore della Liguria. Organizzato dal Popolo della Libertà, con il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e il candidato presidente della regione Liguria, onorevole Sandro Biasotti, l’incontro, che su richiesta degli stessi invitati è stato organizzato a porte chiuse, ha rappresentato un momento di confronto aperto e costruttivo.

«Con la prossima tornata elettorale abbiamo la possibilità di invertire la rotta per la Liguria e per Genova. Veniamo da cinque anni di inerzia, che hanno bloccato il motore economico e fatto perdere lavoro; adesso dobbiamo cambiare» – ha dichiarato ai professionisti liguri Sandro Biasotti. Il tema centrale è stato quello dello sviluppo e delle soluzione che si devono mettere in atto per superare la crisi che attraversa la Liguria: «Voglio iniziare dalla cronaca di oggi – ha detto Biasotti – sappiamo che Filse, la finanziaria regionale, ha 200 milioni di euro nel cassetto. Questo significa che la Regione non ha svolto il suo compito di sostegno. Bisogna spendere i soldi per progetti seri, che certamente non mancano. Poi, rispetto all’emergenza, occorre subito dopo le elezioni rifare il piano casa, per poter dare stimolo agli investimenti nel settore edilizio. Sulle infrastrutture siamo indietro di cinque anni; e in questo caso la ragione è politica: la sinistra non può far partire gronda, terzo valico, tunnel Fontanabuona e le altre opere, semplicemente perché al suo interno ha almeno tre partiti che sono contrari».

Sul tema “dell’impossibilità della coalizione di sinistra di governare” si è soffermato a lungo anche il ministro Scajola: «Qui la scelta non è fra due persone, Biasotti e Burlando, ma fra due modi di intendere la politica, soprattutto quella economica. Biasotti ha l’esperienza, l’autonomia e una coalizione salda e coesa, che gli permetteranno di fare scelte importanti e necessarie. Burlando non è in grado di fare nulla. Per questo chi, come gli imprenditori e i professionisti, hanno bisogno di concretezza non possono avere dubbi su quale candidato e quale programma appoggiare».

Scajola ha poi parlato anche di Genova: «Voglio ribadire che la candidatura della città come centro dell’Agenzia sull’energia nucleare è seria, ma è chiaro che per portarla a termine non può esserci una giunta regionale che ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il nucleare in Italia. Questa può essere una delle grandi occasioni per Genova, una città che, voglio ricordarlo, ha perduto tanti abitanti quante occasioni di lavoro». Biasotti e Scajola hanno anche fatto riferimento al rilancio dei porti liguri: «Hanno bisogno di maggiore autonomia» – ha confermato il ministro.

Nel corso degli interventi di Biasotti e Scajola, si è confermata la necessità di un rapporto costante con le altre Regioni del Nord e in particolare con la Lombardia in prospettiva Expo 2015, di riaprire Casa Liguria a Bruxelles per potere fare una vera lobby in sede comunitaria, di lotta all’abusivismo: «Ma la prima cosa – ha chiuso Biasotti – è mandare a casa i gemelli siamesi Burlando-Vincenzi».