Monica Dotti, 44 anni, avvocato, è candidata consigliere nella Lista Udc in sostegno della riconferma di Antonello Tabbò per un secondo mandato alla carica di sindaco.

D.: Una piemontese che si candida per Albenga dicendo: “Con voi per Albenga”

R.: Sì perché dopo 17 anni che sto qui posso confermare che questa città fa parte di me e non è stato difficile perché io sono di Asti che ha molto in comune con questa città; il mio imprinting è di tipo culturale, storico. Albenga ha il centro storico fra i più belli d’Italia. Poi ho una figlia nata qui e quindi impegnarmi per lei è un come impegnarmi per il futuro di tutta la città.

D.: Quali in particolare gli argomenti che la appassionano nell’impegno elettorale?

R.: Vorrei che Albenga lavorasse di più su quegli aspetti che ha solo in embrione. Ad esempio non ci sono palestre per i bambini, eppure abbiamo tanti piccoli atleti impegnati anche a livello nazionale. Sarebbe bello invitare le altre squadre ad allenarsi qui e non dover sempre spostarci noi, con grandi sacrifici tra l’altro. Con l’attenzione allo sport giovanile e alle strutture scolastiche forse i giovani non si allontanerebbero da Albenga. Ad esempio perché Imperia ha l’Università e invece Albenga, città di cultura da sempre, no? Ma prima dell’Università basterebbe implementare gli asili, in modo da aiutare le famiglie che lavorano. Qui spesso si dice che gli extracomunitari devono andare via perché ci rubano i posti all’asilo, ma forse è solo una parte del problema.

D.: Lei che ha una visione un po’ esterna, come vede gli albenganesi?

R.: Difendono poco la loro città, dovrebbero essere più educati a farla progredire; evidentemente la loro storia se la sono un po’ dimenticata. Albenga era unica ad avere un teatro. Bisognerebbe ripartire da dove si era: ad esempio fare in modo che non sia tolto il Tribunale. Non basta criticare le amministrazioni che si susseguono, ma attivarsi in prima persona. Il cittadino deve riappropriarsi della sua città. Il Comune deve fare la sua parte organizzando eventi, incrementando la possibilità di turismo, e ciò porta di conseguenza benefici a tutto: commercio, agricoltura, quindi soldi nelle casse del Comune per continuare ad investire nelle cose da fare. Questa, rispetto alle cittadine vicine, è sempre in coda, in rincorsa.

D.: Lei è una persona volitiva…

R.: Io vengo dal volontariato, sono abituata a fare.

D.: Cosa le viene in mente lì per lì che vorrebbe si facesse subito?

R.: Ad esempio più convegni e incontri su temi popolari, che avvicinino la gente comune ai problemi della città e della Regione. Migliorerei la comunicazione tra cittadini e amministrazione, in modo che non passino messaggi mal interpretati. Valorizzerei gli sport di mare e comunque lo sport in generale. Creerei più eventi per portare la gente in Centro Storico.

D.: Come mai sono poche le donne in politica?

R.: Forse anche perché sono pochi gli argomenti loro riservati, secondo un tipico modo di pensare italiano. O forse gli uomini ci temono?

D.: Cosa le piace della politica?

R.: Mi piace mettere a confronto due ideologie e cercare una soluzione, trovare una mediazione. Nella politica locale, guardo invece di più alla persona che al partito.

D.: Cosa si augura per Albenga?

R.: Che l’attenzione si sposti dall’aspetto personale di una questione all’interesse della collettività.