di Alessandro Sbarile – A margine della conferenza stampa sul depuratore ingauno, il Presidente della Provincia Angelo Vaccarezza e l’assessore all’ambiente Paolo Marson hanno motivato e approfondito la posizione di Palazzo Nervi rispetto alla questione. Il Presidente Vaccarezza ha dichiarato: “è incomprensibile l’accelerata dei tempi data ad Albenga; è comprensibile solo perché in questo paese non si discute di salute ma di dove si fanno ospedali, non di mare pulito ma di chi è che gestisce; occorre sostituire al gioco di potere l’interesse dei cittadini, anche per rispetto degli albenganesi che stanno per votare.

Siamo soci di riferimento con il Comune di Albenga (assieme arriviamo al 51%), non abbiamo chiesto di non fare il depuratore ma essendo mancata da sempre la politica e la regia su questo argomento abbiamo il dovere di fare un ragionamento complessivo per capire verso cosa si va e con quali costi”.

“Abbiamo chiesto- ha proseguito il Presidente della Provincia- di verificare che questo avesse un senso: c’è già un depuratore a Borghetto, ce n’è uno mezzo fatto a Pietra, dunque per ipotesi si potrebbe quasi arrivare ad avere fra Pietra e Andora quattro depuratori, è eccessivo. Vogliamo fare una valutazione su Borghetto, su Villanova, anche di più depuratori a carico di una stessa società di gestione, per ridurre le costi di gestione nell’ottica dell’economia di scala.

Non abbiamo potuto vedere i conti prima della gara, non abbiamo capito chi e quanto paga per il depuratore; invito i cittadini ingauni a tenere le copie dei giornali: quando tutto ciò sarà finito e finirà con l’esplosione delle bollette dell’acqua per gli abitanti di Albenga, ricorderemo quando abbiamo chiesto di fermarsi prima, perché ogni comunità si paga la propria depurazione. Per quanto concerne le offerte, non mi sorprende ce ne possano essere, è un affare, ma noi volevamo fosse un affare per la gente, invece temiamo sia un affare e basta”.

L’Assessore all’ambiente Paolo Marson ha invece dichiarato: “alle assemblee sono andati i precedenti amministratori e le firme sono state messe da uomini della sinistra, che firmano ma non badano ai contenuti.

Il progetto albenganese prevede l’affido a privati dell’intero sistema di depurazione, con l’affidamento della maggioranza ad un socio operativo per trent’anni; questo ha un costo complessivo di 142 milioni di Euro, di questi 12 dovrebbero arrivare da fondi su cui dobbiamo perfezionare l’accordo con la Regione, gli altri sono a carico dei cittadini. Come avviene questo? Teoricamente con l’aumento della tariffa di depurazione, che non è stata approvata dall’assemblea di sindaci e che dovrebbe gravare su tutta la provincia, quindi per esempio un cittadino di Savona dovrebbe pagare per il depuratore albenganese; dunque ci siamo posti il problema e se non lo pagano tutti i cittadini della provincia, che ad oggi non si è espressa, quell’impianto lo pagheranno solo i comuni coinvolti, con un aumento della tariffa prevista di almeno il 100%”.

“In questa situazione- ha continuato l’assessore- in cui ci sembrava ci fosse un sovradimensionamento dell’impianto, abbiamo invitato la società a rivalutare quanto stava facendo, questo non è avvenuto e abbiamo fatto noi una valutazione, ci hanno trasmesso i dati rispetto alla possibilità di connettersi con Borghetto e fatto un’analisi; il risultato è che si può spendere da 12 a 15 milioni di Euro in meno per l’impianto e 500.000 Euro in meno all’anno per gestirlo, inoltre esiste la possibilità di risolvere il problema di Alassio con costo accettabile.

Dunque abbiamo suggerito alla società di gestione di riconsiderare quanto stava facendo, ma la risposta è stata proseguire con l’attività; noi non intendiamo scaricare sulla collettività una lira in più di quanto accettabile, vogliamo efficienza e riduzione dei costi per la collettività, che evidentemente non interessano a quei comuni, come Albenga, Andora e Villanova. Faccio notare che questi sono grandi sostenitori dell’acqua pubblica e delle imprese pubbliche, ma che gli acquedotti privati sono ad Albenga e Savona , amministrate dal centrosinistra, così come a Loano ma noi non facciamo affermazioni di principio”.

“Chi vuole dare il depuratore al privato- sostiene Marson- sono delle città amministrate dal centrosinistra, mentre l’intero sistema di depurazione in provincia di Savona è pubblico; ciò ricorda molto la situazione di Amt a Genova, con la ricerca di un amministratore privato e pozzi di debiti a carico della collettività, è la stessa impostazione, spero non lo stesso risultato. Riteniamo che il sistema di gestione pubblica delle risorse sia utile e commendevole a condizione di saperle gestire e farle stare in piedi; se non siamo capaci, e questa è la constatazione del centrosinistra che vuole il pubblico ma non lo sa gestire, ci troviamo di fronte a sistemi che devono alzare bandiera bianca e passano ai privati. Le firme su quegli atti sono di uomini del centrosinistra, che mettono le firme e di solito fanno i danni, mentre noi facciamo i risultati; bisogna essere coerenti, se vogliamo imprese pubbliche bisogna imparare a gestirle, oppure alziamo bandiera bianca, come fanno dove aministrano, e fanno arrivare il privato, a parole grandi sostenitori del pubblico, nei fatti… il problema non è se l’impresa è pubblica o privata, ma che è un’impresa,e funziona se fa l’impresa.

Gestire virtuosamente i servizi pubblici significa recuperare sulla Regione 3-400 milioni l’anno per spenderli meglio in altre iniziative pubbliche; 400 milioni per la comunità senza aumentare la fiscalità, per spendere bene soldi che cittadini ti danno e non facendo debiti”.

Sulle situazioni di Alassio e Andora, Marson dice: “abbiamo verificato connettibilità del sistema alassino a Borghetto o a Villanova e con il nostro studio si risparmia una bella cifra: costerebbe 3-4 milioni di euro, valore accettabile ed a una cifra sola, questa situazione è indipendente dalla questione sul depuratore alassino. Ritengo inoltre che il sistema debba essere efficiente: collettare Andora al Centa significa avere costi enormi, perché bisogna far passare i tubi per Capo Mele, mentre se Andora si conettesse a S. Bartolomeo o, eventualmente, ne avesse uno piccolo da solo spenderemmo meno; l’obiettivo di un amministratore pubblico è spendere meno dando un servizio”.