Hanno eluso il fisco per circa 20 milioni di euro mascherando la cessione di prestigiosi immobili con interventi di ristrutturazione aziendale. È questa la conclusione a cui è giunto l’ufficio di Chiavari dell’Agenzia delle Entrate al termine di un controllo effettuato su una società immobiliare partecipata da due società lussemburghesi e proprietaria di 200 appartamenti in un pregiato quartiere di Roma. Immobili che, in virtù di un complicato giro di operazioni contabili, risultavano non produrre reddito, mettendo di fatto l’immobiliare nella condizione di eludere Ires, Iva ed Irap, e di pagare, per un patrimonio immobiliare di tale portata, la sola Ici.

L’attenzione del fisco si è fermata sull’immobiliare in questione in ragione del fatto che, a fronte di un ingente patrimonio, non veniva dichiarato alcun reddito. Ciò era reso possibile grazie ad un sistema di prestiti obbligazionari stipulati con società lussemburghesi ad essa legate: in tal modo la società immobiliare italiana poteva dedurre totalmente gli interessi passivi sul prestito, applicando su tali somme una aliquota agevolata, ben inferiore rispetto al 33% che sarebbe stato dovuto sul reddito societario.

La stessa immobiliare, tra l’altro, aveva ceduto metà del patrimonio immobiliare ad un’altra società, interamente partecipata da un soggetto lussemburghese ma con sede legale nel Tigullio, sede amministrativa in Sicilia e amministratore legale a Roma. Tutto ciò era stato possibile grazie ad un complesso “inscatolamento” di operazioni contabili sviluppatosi attraverso diverse fasi: cessione delle partecipazioni, con relativo subentro di altra società lussemburghese nel capitale sociale, redistribuzione dello stesso, scissione e costituzione di una nuova società con contestuale divisione del patrimonio immobiliare a spesa zero.

La verifica di tali operazioni, basata soprattutto sull’analisi della scissione societaria effettuata da parte degli ispettori del fisco liguri, ha portato ad accertare che tutte le operazioni effettuate non si configuravano come ordinario intervento di ristrutturazione aziendale ma costituivano, di fatto, una complessa operazione elusiva messa in atto al solo scopo di ottenere un importante vantaggio fiscale. In pratica, venivano sottratti al fisco oltre 36 milioni di euro di imponibile, considerato che la sola scissione celava una cessione di immobili che avrebbe generato plusvalenze per decine di milioni di euro.

A conclusione dell’indagine, l’Agenzia delle Entrate di Chiavari ha disconosciuto l’operazione fiscalmente neutrale di scissione ed accertato la reale operazione effettuata, ossia la cessione di immobili con applicazione dei prezzi di mercato. Ha quindi provveduto ad emettere un avviso di accertamento per oltre venti milioni, a cui si aggiungono ingenti sanzioni. Il recupero dell’imposta ha riguardato, inoltre, anche gli interessi obbligazionari corrisposti da cui è scaturita l’indagine, non sussistendo per gli stessi la possibilità di una tassazione in misura agevolata.