Albenga, "caso Messina": interviene candidato sindaco Guarnieri

“Una vita di disagi, di occasioni, talvolta mancate, di sogni ancora nel cassetto. Una vita di momenti anche difficili, soprattutto per la tragica scomparsa del fratello Massimiliano. È questo il bilancio personale che mi era stato confidato da Nino Messina, qualche anno fa, il giorno del funerale di Massimiliano. Lui, Antonino Messina, detto “Nino 62”, recentemente accusato di estorsione, ad oggi, agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Albenga in attesa di giudizio. Null’altro posso aggiungere a commento di una persona che, fino a prova contraria, ancora non è stata condannata. Sono certa che la magistratura farà il suo corso e che, presto, si farà luce su una vicenda che conosco solo per aver appreso dai mass media. Sono convinta che, se Antonino Messina ha sbagliato, è giusto che ne risponda alla giustizia”. Così dichiara l’Assessore Provinciale Rosy Guarnieri, candidato Sindaco del centrodestra ad Albenga.

Prosegue il capogruppo Lega Nord in Consiglio Comunale: “Apprendiamo dagli organi di stampa che Nino Messina ha scritto a tutte le famiglie siciliane di Albenga. Io posso solo dire che sono fiera delle mie origini siciliane e sono fiera di avere tra i miei sostenitori tanti giovani, donne e anziani e, tra questi, anche le tante famiglie di Albenga, che portano il cognome Messina. È una indegna operazione di strumentalizzazione quella compiuta dal Partito Democratico di Albenga che, a voce di Lorenzo Basso, prima di guardare in casa sua, etichetta per malavitoso ‘un indagato per gravi reati, attualmente agli arresti domiciliari’, come dicono dalla segreteria del PD regionale, chiamando in causa Antonino Messina, responsabile, ad oggi, solo di aver scritto ad amici e familiari per sostenere la mia candidatura”.

“Il PD di Albenga”, nota, “ha capito che ha perso il governo della città e, con la complicità di qualche amichetto simpatizzante, fa pubblicare la notizia della lettera di Nino Messina, strumentalizzandola a proprio piacimento in maniera vergognosa. È talmente agonizzante il PD di Albenga che, forte del giustizialismo che da sempre lo contraddistingue, condanna per direttissima una persona, prima ancora che un regolare processo sia svolto nelle aule dei Tribunali, soltanto perché lui, Antonino Messina ha dichiarato di votare Rosy Guarnieri. Mentre assolve certi suoi candidati alle prossime amministrative, candidati che sono in attesa di giudizio, il PD di Albenga, con una semplice locandina, non perde tempo a gettare tutte le famiglie a cognome Messina e l’intera comunità siciliana nel tritacarne mediatico, per disonorarle sotto il riflettore nazionale, con il francobollo della malavita”.

Antonino Messina, secondo il PD di Albenga, deve pagare per aver deciso di votare Rosy Guarnieri e il suo amico Silvio Cangialosi. Antonino Messina, secondo il PD di Albenga, deve pagare per aver chiesto a suoi amici e familiari di sostenere una persona sincera, stimata, onesta e di parola, che non è Antonello Tabbò. Antonino Messina, secondo il PD di Albenga, deve pagare perchè, come egli stesso spiega in una sua nota personale, oggi pomeriggio pervenuta al point della Lega Nord, nel 2005 aveva “fatto campagna elettorale per la lista ‘Messaggio per Albenga’ – il cui capolista era Pinuccio Lazzaroni, oggi segretario dello SDI di Albenga” perché, come lui stesso scrive, “nel 2005 avevo alla fine sostenuto lo schieramento di Tabbò alle amministrative di Albenga”. “Fin dagli anni 80 si era sempre dato da fare in campagna elettorale, per le persone giuste che lavorano per il bene della città’, dice Antonio Messina, e nel 2005 aveva partecipato proprio perché ‘ne faceva parte mio fratello Massimiliano, che poi è morto improvvisamente”. “Durante questi 5 anni – dichiara Nino Messina – ho valutato come cittadino l’operato dell’amministrazione uscente e mi è sembrato che non si sia fatto il tutto e quindi cambiare è la cosa giusta. Se la maggior parte delle persone si unisce a lei, la Rosy Guarnieri, si potrà vedere ad Albenga qualche cambiamento futuro”.

4 Commenti

  1. Il signore agli arresti domiciliari è accusato di un reato gravissimo.Vale la presunzione di innocenza,ma vale anche il fatto che non è agli arresti domiciliari per leggerezze . E chi giustamente parla di sicurezza e di tolleranza zero non può accettare l’appoggio di chi è accusato di un reato che ha sconquassato la vita di una famiglia albenganese per mesi minacciata di rappresaglie e di violenze se non avesse versato 100 mila euro. Nel dubbio,in attesa che la Magistratura processi quel signore,ci si astiene da ogni rapporto con lui. Questo dovrebbe valere per chi esercita una pubblica funzione.

  2. ……….ma………sul Secolo di oggi non aveva dichiarato che quasi non lo conosceva?
    ……evidentemente ci prende per il “naso”.
    ……………chissà cosa pensano i candidati del PDL………………..

  3. Abbiamo letto, bene, ovviamente. Io personalmente avrei preferito non capire quanto è caduto in basso il PD… Qui non si tratta di “infangare” ci sono già loro nel fango…qui si tratta di strumentalizzare una lettera scritta da un giovane di Albenga che sono certa non avrebbe creato tanto scandalo se fosse giunta per chiedere il sostegno a Tabbò! E’ questa la realtà: quello che fa obiezione e crea scandalo al Pd è quello che avviene dall’altra parte della strada, quello che avviene nel prato del vicino, dove, a denti stretti, devono ammettere che “l’erba è più verde” e l’invidia nel constatarlo fa rosicare anche il segretario regionale del PD…

  4. A me sembra che il PD non abbia infagato nè tutti quelli di cognome Messina nè tanto meno tutti i siciliani…. leggete bene lettori e elettori il comunicato di Basso…

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