di Alessandro Sbarile – Roberta Gasco, 33 anni, avvocato, nella circoscrizione di Savona è candidata consigliere regionale per il Popolo della Libertà in appoggio al candidato Presidente del centro destra Sandro Biasotti.

Eletta consigliere già nella scorsa legislatura nel listino del Presidente uscente Claudio Burlando, Roberta Gasco ha preso via via le distanze dalla maggioranza sia a seguito del piano sanitario – che prevedeva, fra le altre cose, la deaziendalizzazione dell’Ospedale Santa Corona – sia per le vicissitudini nazionali che hanno coinvolto il suo partito, l’Udeur.

D.: Perché ha deciso di ricandidarsi?

R.: La decisione è dovuta al fatto che sono stata nominata coordinatore provinciale del Pdl e che dovevamo avere in lista una donna candidatata, dunque era la cosa giusta da fare come rappresentante del mio partito.

D.: Alle scorse regionali era però nel listino di Burlando; come ha maturato questa scelta? Non c’è il rischio di passare per voltagabbana?

R.: Non sono una voltagabbana in primis perché ero in quel listino in rappresentanza del partito in cui militavo, poi dal 2007 non ho potuto rimanere in quella maggioranza per difendere il mio territorio da un piano sanitario vergognoso.

Sono stata coerente perché ho combattuto quella maggioranza e sono stata coerente con il mio percorso; vedo invece dei voltagabbana fra chi si candida ora cambiato schieramento, mentre non mi sento una voltagabbana perché sono stata coerente con le mie posizioni a livello locale, anzitutto per il piano sanitario, e nazionale, per la scelta fatta dal partito in cui militavo.

D.: Quali sono i progetti concreti in cui intende impegnarsi?

R.: Ci sono tante cose da fare, in primis rivedere il piano sanitario che è devastante, mentre bisogna tutelare il San Paolo, la Val Bormida, il Santa Corona e decidere cosa mettere e cosa non mettere ad Albenga, dove oggi c’è un piano vuoto e la rianimazione attiva cinque giorni su sette; inoltre ci tengo a riportare la cardiochirurgia a ponente, che è indispensabile.

Poi c’è molto da fare per la viabilità, per gli alberghi, per il turismo; c’è il piano ambientale da correggere, idem il piano dell’energia alternativa, nel quale per la nostra provincia si punta sull’eolico, ma dove non sono state individuate zone idonee sufficientemente grandi per le pale eoliche. Dunque bisogna rivederlo, visto che quell’energia è vitale per i piccoli paesi che necessitano di risorse.

Poi tre anni fa avevo fatto una proposta sugli e-book: era un progetto pilota a livello mondiale, che vedeva la possibilità di avere libri elettronici per le scuole secondarie, con un notevole risparmio per le famiglie. Tuttavia in Regione non lo hanno capito e lo hanno messo in atto solo marginalmente, ma questa legge non è andata avanti. Sarebbe un progetto pilota importantissimo; poi è chiaro che sarebbero le scuole a decidere se adottarli o meno, ma la Regione deve decidere se dare tale servizio. In questi ultimi anni ormai se ne parla, ma quando l’ho proposto io non se ne parlava tanto che mi avevano contattato pure da Wikipedia; si potrebbe continuare a fare lo stesso. Potevamo essere la regione pilota, invece rimaniamo indietro; mi avevano scritto in tanti per partecipare alla redazione, mediante una piattaforma in cui si poteva intervenire, era molto innovativa e interessante. Forse questa proposta non è stata ben capita: noi giovani ci confrontiamo spesso con una realtà che non è innovativa come la nostra.

D.: Ha detto lei stessa che uno dei punti di rottura con la maggioranza uscente è stato la sanità, cosa intende fare a riguardo?

R.: In primis è da rivedere il piano per riuscire a far tornare Santa Corona azienda, magari facendo un’azienda unica con Albenga per tornare ad un polo di eccellenza, vista la situazione con i migliori dottori che se ne stanno andando, con l’ospedale San Paolo che deve avere la sua autonomia, che adesso è devatata perché deve gestire anche altre realtà e non è facile. Inoltre occorre dare risalto all’ospedale di Cairo, che per motivi logistici è indispensabile per quella terra: non può essere solo un punto di primo soccorso ma deve essere ospedale a tutti gli effetti. Ribadisco che anche su Albenga deve essere deciso bene cosa fare, perché non è chiaro: ad oggi abbiamo un piano vuoto e una rianimazione che funziona per cinque giorni la settimana; bisogna ristudiarsela perché non è possibile che i rianimati vadano via al venerdì e rientrino al lunedì. Si può risparmiare su tante cose ma non sulla sanità.

D.: Che idea si è fatta del rapporto fra politica e giovani?

R.: Per quattro anni sono stata segretario nazionale dei giovani del mio partito e ne ho incontrati tanti; anche qui sono sempre circondata da giovani e non è vero che vogliono stare lontano dalla politica, ma devono essere chiamati. Per esempio l’anno scorso ho voluto fare una lista di giovani per appoggiare Vaccarezza e tutti coloro cui l’ho proposto hanno accettato. Tanti giovani sono disillusi ma devono essere coinvolti: è la politica che deve andare verso i giovani e non il contrario, perché servono figure nuove. Noi politici dobbiamo fare dei percorsi affinché questi giovani siano formati e non improvvisati in politica. Però finché si parla in “politichese” i giovani si terranno lontani; quando si faranno più fatti e meno parole ci crederanno un po’ di più.

D.: Dovesse riassumere la sua azione politica in uno slogan?

R.: “Entusiasmo e serietà”, sono per me le due parole che mi rappresentano e che dovrebbero rappresentare la politica adesso. Con l’entusiasmo si va avanti, ma sono necessarie anche trasparenza e determinazione.