di Fabrizio Pinna – “Passione e responsabilità. Chi governa deve prima di tutto essere responsabile, cioè consapevole che la realtà non è quella che si vorrebbe che fosse: spesso si deve fare i conti con i vincoli, con la complessità dei problemi, con la mancanza di risorse finanziarie e così via. Ma poi ci vuole anche la passione, perché se c’è solo la responsabilità manca la capacità di ‘buttare il cuore oltre l’ostacolo’ e di aprire delle strade nuove”.

Con questa metafora il sindaco di Torino e presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Sergio Chiamparino ha chiuso giovedì sera simbolicamente ad Albenga dal palco dell’Ambra la campagna elettorale di Antonello Tabbò.

Nel suo lungo e articolato intervento situazione politica nazionale e locale si sono fittamente intrecciate, a partire dalle critiche al “federalismo fiscale” nel modello finora portato avanti dal governo di centro destra che in realtà penalizza paradossalmente proprio gli enti locali: “ho sempre pensato che il ‘federalismo fiscale’ volesse dire fondamentalmente una cosa, cioè che delle tasse pagate dai cittadini ne debbano andare un po’ meno a Roma e ne restino un po’ più a disposizione dei Comuni, delle Province e delle Regioni da utilizzare con una certa discrezionalità per far fronte ai problemi degli asili nido, delle case e servizi per gli anziani, per la manutenzione delle città e così via”, ma – ha attaccato Chiamparino – “in questi due anni è avvenuto il contrario” e “quel poco che restava ai Comuni è stato portato a Roma”.

Grande spazio naturalmente anche a temi sempre caldi e in primo piano ad Albenga, come l’immigrazione – che è ormai “parte vitale” della società e dell’economia italiana – e la sicurezza che significa non solo “repressione” ma soprattutto “prevenzione”, ha sottolineato Chiamparino commentando la differenza tra la scelta del candidato del centro destra Rosy Guarnieri di usare in campagna elettorale come simbolo “le manette” e quella di Antonello Tabbò di dare invece risalto al sistema di videosorveglianza istallato in città durante la sua amministrazione: “La telecamera evoca un’idea moderna di controllo del territorio e di prevenzione, le manette evocano solo la repressione che ovviamente viene dopo il reato”.

“So che la candidata che sfida Antonello è della Lega Nord”, ha detto il sindaco di Torino non risparmiando qualche frecciata direttamente rivolta al ministro Maroni: “anziché mettere le forze dell’ordine – dalla polizia locale alla guardia di finanza e ai carabinieri – in condizione di avere le automobili che avessero almeno la benzina si è preferito discutere per mesi e mesi di ‘ronde’; ma quante poi ne sono state fatte? Con quale risultato? Nessuno”; “io credo – visto che il ministro dell’interno si chiama Roberto Maroni e che fino a prova contraria appartiene alla Lega – che se gli sta veramente a cuore la sicurezza dovrebbero applicarsi di più a mettere le forze dell’ordine in condizione di fare il loro lavoro, perché quando sostenute [finanziariamente] lo sanno fare bene e lo dimostrano anche”.

Sotto accusa le politiche “populiste” e “securitarie” di “molti partiti del centro destra”, in particolare proprio la Lega, ha detto Chiamparino evocando anche la popolare “metafora tragica” incarnata dal “ministro della paura” interpretato da Antonio Albanese nella trasmissione di Fazio Che tempo fa. “Io temo che sia proprio questo il problema: anziché guardare in faccia i problemi nella loro complessità cercando risposte concrete preferiscono esorcizzarli con la paura e il populismo. Ma i problemi non si risolvono così”. “Questo connubio tra paura e risposta populista alla paura – ha sottolineato in chiusura il sindaco di Torino – è un ingrediente tragico perché non c’è niente di peggio che la paura per impedire di avere fiducia, in se stessi, nella giustizia, nel proprio lavoro, fiducia che è una risorsa fondamentale” per progettare il futuro.

Anche in una città come Albenga, con “responsabilità e passione, per ‘buttare il cuore oltre l’ostacolo’”, ha proseguito Chiamparino spiegando il senso della sua ultima metafora di augurio per la vittoria di Antonello Tabbò alle elezioni: “Noi a Torino abbiamo organizzato le Olimpiadi. Se c’è una cosa che questo mi ha personalmente insegnato è proprio quella di ‘buttare il cuore oltre l’ostacolo’. Tante volte – ve lo giuro – durante la giornata veniva da pensare ‘non ce la facciamo, non ce la possiamo fare, troppe cose da fare, chissà cosa succederà…’ (sapete, i piemontesi sono anche un po’ lamentosi). Però il sapere che bisognava accendere la fiaccola ci spingeva ad agire nonostante le grandi difficoltà: a ‘buttare il cuore oltre l’ostacolo’. Quando butti il cuore oltre l’ostacolo scopri che risorse che hai dentro di te e intorno a te sono molto più grandi di quelle che tu senti e credi di avere. Ed è questo ciò che mi sembra sia avvenuto anche ad Albenga: avete buttato cinque anni fa il cuore oltre l’ostacolo e avete scoperto di avere dentro di voi – dico di Antonello [Tabbò] ma anche di tutti voi – delle straordinarie risorse. Portate di nuovo il cuore oltre l’ostacolo per guardare con fiducia al futuro: con la testa, con Antonello Sindaco” ha concluso tra gli applausi della platea di simpatizzanti e sostenitori Chiamparino.