A Genova il Teatro dell’Archivolto porta in scena i racconti di Roberto Saviano in un reading/ spettacolo ideato e diretto dal regista Giorgio Gallione e interpretato da Neri Marcorè e Claudio Gioè, in prima assoluta al Teatro Gustavo Modena da giovedì 15 a sabato 17 aprile (ore 21). “Terra padre” nasce da un’esplorazione degli scritti narrativi, anche inediti, del dopo “Gomorra”; il risultato è una lettura scenica che intreccia storie di denuncia e che racconta patologie ed eroismi del nostro paese.

Roberto Saviano ha scritto in questi anni, oltre a numerosi articoli di taglio civile e giornalistico, anche alcuni racconti, di grande impatto emotivo e politico, che ha voluto affidare all’Archivolto e alla cura di Giorgio Gallione per verificarne l’efficacia teatrale. Un materiale forte e ringhioso, commosso e partecipe che conferma la grande intelligenza, il talento e la partecipazione umana di Saviano ai destini e alle vicende della sua terra.

Sono state scelte per il reading due storie che si collocano nello stesso universo letterario di “Gomorra” e che affrontano storie del Sud e dell’Italia contemporanea. Vicende emblematiche di ribellione e dolore, che intrecciano umanità e controinformazione, svelando, attraverso la fascinazione del narrare, i destini di un’umanità senza nome, meschina o eroica, che si incrocia e confligge con le potenti e talvolta arcaiche strutture del potere e della politica.

“La terra padre” è una sorta di racconto di formazione, in cui il protagonista ricorda la sua adolescenza, la scelta di laurearsi in filosofia, il suo desiderio di “non decidere al posto di nessuno”, il difficile rapporto con il padre, l’episodio dell’iniziazione all’uso della pistola. Ne “L’anello”, invece, un oggetto comune diventa un simbolo, un codice che permette a una ragazza settentrionale di partecipare a una festa di matrimonio senza essere “disturbata”. Fanno da collante alcuni brevi brani di “Gomorra”.

Per dare voce a questi testi Giorgio Gallione ha chiamato Neri Marcorè, uno degli attori più versatili del panorama italiano, capace di passare con invidiabile disinvoltura dalla tv al cinema, dal comico al drammatico, già interprete di due spettacoli per l’Archivolto (“La lunga notte del dottor Galvan” di Pennac e “Un certo Signor G” di Gaber e Luporini), e Claudio Gioè, attore siciliano di formazione teatrale conosciuto al pubblico televisivo per fiction come “Il capo dei capi” (in cui interpretava Totò Riina) e “Squadra antimafia” (attualmente è in onda su Canale 5 la nuova serie).

Biglietti 20 euro, ridotti 18 euro. Studenti con meno di 26 anni 7,50 euro. Biglietteria 010.412.135, info 010.6592.220, www.archivolto.it

Neri Marcorè ha iniziato a fare teatro negli anni ’90, contemporaneamente alle sue prime apparizioni televisive. Noto al grande pubblico per le sua partecipazione a trasmissioni come “L’Ottavo Nano”, “Mai dire domenica”, “Parla con me” e per la conduzione dell’ormai storico (è iniziato nel 2002) “Per un pugno di libri”, Marcoré non ha mai smesso di recitare in teatro: nel 2002 è stato co-protagonista insieme a Lunetta Savino di “California Suite” di Neil Simon e “L’Apparenza Inganna” con Ugo Dighero. Ha esordito al cinema con “Ladri di cinema”, presentato alla Mostra di Venezia nel 1994, e nel 2003 l’ottima prova ne “Il cuore altrove” di Pupi Avati gli è valsa la candidatura al David di Donatello così come per ” La Seconda notte di nozze” sempre con Avati. Nell’autunno 2006 veste i panni di Papa Luciani nell’omonima fiction programmata su Rai Uno. Recentemente ha preso parte a “The tourist” con Johnny Depp e Angelina Jolie. Con il Teatro dell’Archivolto ha interpretato lo spettacolo “La lunga notte del Dottor Galvan” di Daniel Pennac e “Un certo Signor G” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, sempre diretto da Giorgio Gallione.

Claudio Gioè, palermitano, classe 1975, si è diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e ha frequentato seminari con Luca Ronconi. Al cinema è apparso ne “I cento passi” (2000) – dove intepreta l’amico di Peppino Impastato – e “La meglio gioventù” (2003), entrambi di Marco Tullio Giordana, e successivamente in “Mundo Civilizado” (2003) di Luca Guadagnino, “E se domani…” (2006) di Giovanni La Parola, a fianco di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, e “Piano, solo2 (2007), diretto da Riccardo Milani. Ma la popolarità è arrivata grazie alle fiction tv: lo ricordiamo in “Paolo Borsellino” (2004) di Gianluca Maria Tavarelli e ne “Il capo dei capi” (2007), dove interpreta lo scomodo ruolo di Totò Riina, ricevendo i complimenti anche dal diretto interessato, che lo ha definito “portentoso”. Attualmente è protagonista della seconda serie di “Squadra antimafia – Palermo oggi”, in onda su Canale 5.