Venerdì 16 aprile 2010, alle 18.00, nella Biblioteca Civica di Albisola Superiore in corso Ferrari 193, si terrà la presentazione del volume dell’albisolese Vittorio Bolla “Soprannomi, nomi propri, cognomi, toponimi della comunità finalese”. Presenterà l’incontro il Prof. Sergio Giuliani.

Il libro è frutto di un lungo lavoro di ricerca effettuato sia su materiale cartaceo, contenuto negli archivi delle parrocchie e in saggi di storici locali, sia attraverso testimonianze orali che meglio di ogni altro documento custodiscono le memorie e le tradizioni popolari.

Vittorio Bolla sta progettando di intraprendere un’analoga ricerca su Albisola Superiore, in particolare sui borghi caratteristici di Ellera e Luceto. La presentazione è l’ultimo appuntamento nell’ambito degli incontri letterari, presso la biblioteca civica di Albisola, che proseguiranno nella stagione estiva con iniziative rivolte non solo ai residenti ma anche ai turisti italiani e stranieri che affollano le spiagge albisolesi.

Rita Caprini (Università di Genova) – Nel presentare il volume di Vittorio Bolla dedicato ai nomi di persona e di luogo della Comunità finalese, volume di cui ho seguito con interesse la formazione e la crescita, provo una duplice soddisfazione: da una parte quella di constatare come sia ancora possibile (ma per quanto ancora?) una raccolta non frammentaria ed episodica dell’onomastica popolare, dall’al­tra quella di trovarvi una raccolta di soprannomi di consistenza insolita.

Si sa infatti che i soprannomi costituiscono l’area più fluida dell’antroponimia, quella più di rado registrata — per ovvi motivi di discrezione, più forti e obbliganti quanto più piccola è la comunità — e quella che prima viene cancellata, anche vivendo ancora la persona che porta il soprannome. E’ noto come un buon numero di soprannomi —quelli che fanno riferimento a episodi particolari o a caratteristiche fisiche – vengano attribuiti in età infantile e giovanile, e come vengano poi talvolta dimenticati con il passare degli anni.

Ma esiste un’altra categoria di soprannomi che sono stati studiati più di rado di quelli citati sopra, e che potremmo chiamare soprannomi di famiglia o di casato: questi vengono trasmes­si da una generazione all’altra esattamente come il cognome, ma a differenza di questo non vengono registrati ufficialmente e vivono soprattutto nell’oralità per distinguere in particolare i vari lignaggi all’interno di famiglie estese. Il fenomeno è stato registrato un po’ dovunque in area italiana, e deve essere ben venuta qualsiasi nuova raccolta di dati ottenuti attraverso inchie­ste dirette, come quelle effettuate con entusiasmo e pazienza da Vittorio Bolla.

Auguro quindi buona fortuna a questo libro, e soprattutto che esso venga letto non solo dai diretti interessati (i membri della Comunità), ma anche da quanti si occupano di antroponimia e toponimia popolari.