di Roberto Casella – In queste settimane stiamo registrando una ripresa mediatica su Cuba e quasi sempre in negativo, anche perché non è facile far si che qualsivoglia replica venga pubblicata, naturalmente. Il potere delle lobby è troppo forte? Oppure la verità è meglio nasconderla, è meglio censurare le opinione positive? In Italia vi è libertà di scrivere?

Bene fatta questa premessa non mi arrendo e per l’ennesima volta invio queste riflessioni: mi sono chiesto come sia possibile che giornalisti di professione cadano vittime di stupidi luoghi comuni e false propagande messe in giro dalla poderosa macchina propagandista al servizio dei potenti che dominano il pianeta per screditare coloro che non intendono sottomettersi al loro criminale dominio. Lo chiamo criminale a ragion veduta perché dovrebbe essere chiaro come l’acqua che questi paladini della libertà e dei diritti umani sono i responsabili della situazione drammatica in cui ci troviamo a vivere in questa epoca che ci vede vittime di una visione unipolare dei rapporti internazionali e che sta causando un incredibile ed inaccettabile mattanza in ogni angolo del pianeta dove la sete di dominio sta mettendo in atto aggressioni di una crudeltà inaudita che nemmeno il nazismo è riuscito a tanto.

Le aggressioni imperialiste, a cui stiamo assistendo sono qualcosa che tutte le persone ancora dotate di un minimo di umanità dovrebbero ripudiare e combattere in tutti i modi, sia per i gravi crimini che vengono commessi sia per le ragioni addotte per poterli perpetrare, ragioni che sfidano l’intelligenza delle persone ma che, proprio perché portate avanti da una campagna mediatica senza precedenti, riescono a condizionare le coscienze di grandi masse di cittadini.

Cuba: dove il lavoro non è sfruttamento, dove non ci sono padroni, dove l’allegria e la gioia di vivere la fanno da padroni, dove l’amore per i propri simili è sacrosanto, dove l’ambiente, gli anziani ed i bambini sono considerati un patrimonio da tutelare più di ogni altra cosa, dove non esiste una religione di stato ma qualsiasi culto viene esercitato liberamente, dove sport e cultura sono pratica quotidiana di tutti e non di qualche élite, e via umanizzando. Tutto questo non potrebbe avvenire in un sistema come quello che artatamente si vuole descrivere, la presunta mancanza di democrazia non potrebbe produrre tanto amore e tanta solidarietà umana.

Bisogna informarsi sulla realtà che sta dietro ai presunti “dissidenti”, perché e a chi obbediscono quelli che la stragrande maggioranza dei cittadini cubani non esitano a definirli con il loro nome, cioè MERCENARI. Bisogna entrare nel merito dei veri motivi per cui alcuni di questi “eroi” si trovano in carcere e dobbiamo chiederci perchè alcuni di loro preferiscono finire sulle prime pagine dei nostri giornali e delle nostre televisioni invece di candidarsi alle elezioni.

A Cuba non ci sono i partiti che candidano i loro prediletti ma si può candidare chiunque e quando qualche dissidente lo ha fatto, è successo recentemente, ha raccolto la bellezza di 14 voti, nemmeno quelli dei suoi famigliari. Bisogna informarsi bene sulle cosiddette Dame in bianco, quelle che cercarono maldestramente di imparentarsi con le Damas de Plaza de Mayo argentine le quali si sono affrettate a prendere perentoriamente le distanze da quelle signore nullafacenti, ingioiellate e mantenute dai proventi che il governo Usa mette generosamente a disposizione di chi in ogni maniera si presta a denigrare il governo cubano, uno dei pochi al mondo determinato a non inginocchiarsi agli interessi imperiali.

Le Damas de Plaza de Mayo le hanno definite “complici dei responsabili dell’uccisione dei nostri figli e dei nostri nipoti”. Bisogna andare oltre i LUOGHI COMUNI e di COME e PERCHE’ è morto il presunto dissidente Orlando Zapata Tamayo e chi sono i veri responsabili del suo SUICIDIO. Ci sono documenti incontrovertibili che dimostrano come la famiglia del povero Zapata Tamayo abbia seguito ed apprezzato l’abnegazione con cui le autorità cubane ed i medici abbiano tentato con ogni mezzo di salvargli la vita e di come invece le organizzazioni criminali di Miami pretendessero che la madre del poveretto si decidesse a rilasciare la dichiarazione “pattuita” invece di andare ad assistere il figlio morente.

Bisogna informarsi bene tra quanto avviene REALMENTE a Cuba e quello che succede nelle nostre carceri e nei nostri ospedali (Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, solo per citarne alcuni noti, ed i pestaggi di Genova e quelli che avvengono quotidianamente in ogni parte del mondo . Ben diverso il comportamento della polizia cubana in quella che viene propagandata come la repressione delle Damas en Blanco. In realtà si sono fatte intervenire DELLE POLIZIOTTE per creare un cordone di sicurezza a protezione di queste disgraziate che rischiavano di finire vittime della rabbia dei cittadini cubani stufi delle loro sceneggiate al servizio ed al soldo dei nemici del loro paese. Le donne poliziotto le hanno caricate su un pulman e riportate a casa loro, che diversità con le scene di violenza poliziesca che siamo abituati a vedere nelle nostre città, eppure si continua a distinguere le nostre forze dell’ordine “democratiche” dalla polizia repressiva cubana!!!!!

So che non è facile, in questo mondo inondato dalla sporca propaganda dei mezzi di informazione totalmente in mano ai ricchi ed al servizio dei loro interessi, risalire alle realtà dei fatti e vederli per quelli che sono e non per come ci vengono fatti vedere, ma per fortuna ci sono anche dei canali di informazione alternativi che permettono di capire meglio la realtà che ci circonda superando quei CONVINCIMENTI E QUEI LUOGHI COMUNI che stravolgono la realtà. Per esempio su You Tube, che pure censura video pubblicati da intellettuali cubani, si possono trovare testimonianze che raccontano la realtà dei fatti, confrontandoli con la propaganda anticubana qualsiasi persona dotata di buon senso e scevra da condizionamenti ideologici può rendersi conto dove stanno i torti e dove le ragioni.

Smettiamola di fare i paladini “della più grande democrazia” che porta morte, distruzione e disperazione ovunque e di criminalizzare chi mette a disposizione le proprie risorse per aiutare gli ultimi, quelli a cui vengono negati anche i più elementari diritti umani quali una casa, un lavoro, l’istruzione e le cure mediche. Provate a mettere in discussione le vostre certezze e soprattutto a mettere in discussione i vostri servilismi, ne trarrete grande giovamento.

Con stima ed un poco di amarezza.

* Roberto Casella – Circolo Granma Italia-Cuba