di Fabrizio Pinna – A Savona, come contemporaneamente in molte città di tutta Italia,  questa mattina dalle ore 11 alle ore 13 la CIGIL sarà davanti alla Prefettura per un presidio e un’azione di volantinaggio contro il DDL lavoro al varo del Governo, per dire “No alla controriforma del diritto e del processo del lavoro” e – spiega il sindacato – “perché non passi sotto silenzio il nuovo tentativo di riproporre una legge che penalizza i lavoratori e che già è stata rimandata alle camere dal Presidente Napolitano”.

Insufficienti i riaggiustamenti in corso, hanno ribadito i vertici nazionali della CGIL che per mercoledì 28 aprile, in occasione del dibattito parlamentare sulla legge, hanno in programma a Roma acnhe una manifestazione di protesta a Montecitorio. “Governo e maggioranza sono costretti ad apportare qualche modifica alla controriforma del processo del lavoro, ma ciò non basta per cambiare il senso di una legge sbagliata che continua a mantenere punti evidenti di incostituzionalità”, sostiene il sindacato; tra i cambiamenti previsti dagli emendamenti, il Segretario Confederale Fulvio Fammoni ha sottolineato che “la clausola compromissoria non può essere stipulata per nessuna materia all’atto dell’assunzione e non solo per le controversie relative al licenziamento come previsto nella dichiarazione comune separata; il licenziamento non può essere orale ma solamente in forma scritta; il lodo arbitrale non è più definitivo, ma può essere impugnato, anche se resta la pesante spada di Damocle di una possibile dichiarazione preventiva di accettazione di qualsiasi decisione arbitrale”.

Permangono per Fammoni misure ‘molto gravi’ come “la certificazione in deroga ai contratti collettivi nazionali di lavoro e i vincoli al ruolo del giudice del lavoro; il ricatto sui precari per la clausola compromissoria che non è certo attenuato da un rinvio di 30 giorni; nessuna schermatura sostanziale alla derogabilità di leggi e contratti, possibile con l’arbitrato di equità che resta preventivo al manifestarsi della controversia; è confermata la previsione di un decreto ministeriale anche se fintamente attenuata; non è previsto niente sui termini dell’impugnazione e dell’articolo 50”. Pertanto, aggiunge Fammoni, “in relazione al messaggio del Presidente della Repubblica paiono evidenti le non risposte sull’insieme dei 5 articoli di legge”.