di Concetta  Simona Vespo – L’immigrazione ha tanti aspetti. Alcuni molto inquietanti, altri ugualmente rassicuranti. L’immigrazione contribuisce allo sviluppo economico sociale del nostro paese, ma è anche sfruttamento e degrado.

Se parliamo d’immigrazione – integrazione e solidarietà trovano spazio anche razzismo e xenofobia, questi argomenti toccano la base della nostra identità e anche della nostra umanità e ci pongono spesso il confrontarci tra il problema della sicurezza e della paura ma anche della tolleranza e il rispetto.

Parole importanti e vere, ma quando si parla di uomini, donne, bambini, in carne e ossa bisogna avere l’onestà intellettuale di mantenerle e non perché imboccati dall’ideologia o dall’opportunità politica del momento.

Se dovessimo circoscrivere l’immigrazione a un solo di questi aspetti, tutto ci viene in mente, tranne il riconoscimento dei loro diritti, cittadinanza, cure mediche, casa, scuola, integrazione; il lato che più ci ricordiamo, e che fa comodo a molti, è la manovalanza e il lavoro stagionale. Per fortuna però non tutti la pensano così.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (come sancita all’art. 3 della Costituzione). “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto, non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”. ecc. (art. 8 della Costituzione)

È fondamentale il rispetto dei diritti di ogni cittadino a poter professare il proprio credo religioso, in un luogo appropriato e consono, ma è necessario, sempre, portare avanti il dialogo reciproco e il rispetto della Legge e delle Istituzioni.

L’integrazione è la pacifica democratica convivenza tra comunità di cultura, religione e nazionalità diverse, non vi è integrazione, se si vuole celare sotto il velo del finto rispetto, l’idea: “l’importante che siano lontano da casa mia” così si parte, erroneamente, col principio di voler ghettizzare la comunità ospite.

Non si commetta l’errore di dividere le due comunità, di ghettizzare e fare il vuoto attorno alle collettività ospiti, la frequentazione ci dà l’opportunità di conoscerci e di stare insieme, e contemporaneamente si evitano tutti quei disagi, che nell’ombra, possono favorire la microcriminalità. Solo collaborando insieme potremmo sottrarci alla paura alla diffidenza, sintomi pericolosi e precursori di azioni insensate.

* Concetta Simona Vespo – Consigliere comunale Albenga