Savona, vescovo Lupi: “No, non è questa la nostra Chiesa e non è la Chiesa in cui ci riconosciamo”

di Matteo Ciangherotti – Non si placa la polemica in seno alla diocesi. Dopo le accuse lanciate sulle pagine del secolo XIX, circa un’indagine della Procura su alcune operazioni immobiliari eseguite da società vicine alla curia, non si fa attendere la risposta del vescovo Lupi: “Sono rimasto esterrefatto dalle affermazioni contenute negli articoli de “Il Secolo” di questi ultimi giorni e dall’immagine di Chiesa locale che ne consegue. Lo stesso sconcerto mi hanno espresso i numerosi sacerdoti e laici che mi hanno telefonato manifestandomi il loro dolore e la loro solidarietà”.

Quello che più preoccupa monsignor Lupi è l’immagine della chiesa, che ne esce, a suo avviso, infangata e distorta: “No, non è questa la nostra Chiesa e non è la Chiesa in cui ci riconosciamo. Intendiamo per Chiesa non soltanto vescovo e sacerdoti, ma soprattutto i fedeli: tanti uomini e donne, giovani e vecchi, che sentono la Chiesa come la comunità che dà luce e forza alla loro esistenza, sostenendola con la fiducia e la speranza, nella grazia e nella misericordia di Dio”.

Ben vengano le indagini della magistratura, tese a chiarire accuse e sospetti, ma la diocesi prende le distanze dalla campagna a mezzo stampa: “Si parla di inchieste in corso da parte della magistratura; ben vengano, così si saprà se le cose stanno veramente come viene affermato, si potranno appurare eventuali responsabilità mie, dei miei predecessori, di chi ha amministrato in questi ultimi vent’anni come economo, direttore dell’ufficio amministrativo e legale rappresentante della diocesi. Le accuse formulate, almeno come ci sono giunte attraverso gli organi di stampa, le soffriamo come profondamente ingiuste e false”, prosegue Lupi.

Mentre, dunque, dichiarazioni e veleni non accennano a calmarsi, questa sera, alle ore 18, alla Ubik di Savona Don Andrea Gallo presenterà il suo nuovo libro Così in terra, come in cielo. Il sacerdote genovese, sempre in prima linea accanto agli ultimi, rappresenta la faccia buona e fiera della cristianità. È lui stesso a raccontare, nel libro, i dissensi da una chiesa che comunque ama e a cui sente di appartenere.