Si è svolto oggi l’appuntamento annuale della Camera di Commercio con la Giornata dell’Economia, giunta alla ottava edizione. Dal 2003 la Camera di Commercio di Savona aderisce all’iniziativa organizzata da Unioncamere, appuntamento istituzionale durante il quale le Camere di Commercio italiane, contestualmente, presentano lo stato di salute dell’economia.

Il Presidente della Camera di Commercio, Giancarlo Grasso, ha presentato in tale occasione il “Rapporto Savona 2010” mettendo a disposizione i principali dati economici e statistici, raccolti ed elaborati dagli uffici camerali. “I primi mesi del 2010 si presentano come un periodo di forte incertezza congiunturale. L’economia italiana mostra contemporaneamente segnali di una debole, ma presente, ripresa e segnali di difficoltà ancora persistenti. In questo panorama rimane non facile interpretare i primi dati disponibili relativi all’anno in corso, che comunque segnano per la provincia di Savona un’inversione di tendenza apprezzabile rispetto agli ultimi due anni, segnati dall’esplosione della crisi internazionale” ha affermato il Presidente Grasso.

“Alle difficoltà congiunturali del 2009 la Camera di Commercio ha reagito prontamente, stanziando un milione e mezzo di euro come aiuto per favorire l’accesso al credito delle imprese savonesi”. Ha continuato il Presidente: “Il confronto tra i dati di questi primi mesi del 2010 e quelli dell’inizio dell’anno scorso lascia presumere che il fondo della crisi sia stato toccato e l’economia sia pronta ad imboccare la strada della ripresa. È importante ora sostenere questi primi segnali di inversione di tendenza; l’impegno deve essere rivolto alla attuazione di grandi opere pubbliche e private che concorrano e favoriscano la ripresa dello sviluppo”.

I PRIMI DATI DEL 2010 – Il movimento anagrafico delle imprese presenta infatti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, un numero di cessazioni meno consistente rispetto a quanto rilevato negli ultimi anni. In provincia di Savona, nel primo trimestre dell’anno, ci sono state 684 iscrizioni al registro delle imprese della Camera di Commercio, a fronte di 768 cessazioni. Il saldo negativo è stato pari a 84 unità (- 0,26%, il miglior risultato tra le quattro province liguri: La Spezia – 0,35%, Imperia -0,63% e Genova – 0,78%).

Il bilancio negativo dei primi tre mesi dell’anno è molto ridotto rispetto a quello del 2009, quando si registrò un saldo tra iscrizioni e cancellazione di –251 imprese. Anche la cassa integrazione guadagni nei primi tre mesi del 2010 presenta un lieve rientro, con un ammontare di 507.844 ore autorizzate (-27% rispetto al primo trimestre 2009).

IL BILANCIO 2009 – Le tensioni sul mercato del lavoro appaiono evidenti dal bilancio 2009 delle ore di integrazione salariale, salite a 2,4 milioni di ore contro il milione di ore dell’anno precedente, e dall’aumento degli iscritti ai Centri per l’impiego provinciali, saliti a fine 2009 a 17.900 unità (+ 20% rispetto alla consistenza di un anno prima).

I dati delle Forze di lavoro dell’Istat indicano però che, anche in un anno duro come il 2009 sul fronte del lavoro e dell’occupazione, Savona risulti posizionata meglio delle altre province liguri e della media nazionale. Il numero degli occupati in provincia risale infatti a 117 mila unità rispetto ai 115 mila del 2008 e il tasso di disoccupazione si attesta nel 2009 al 4,9%, inferiore sia al dato regionale (5,7%) sia a quello nazionale (7,8%). Anche in questo caso si rileva un lieve miglioramento: il tasso di disoccupazione era infatti salito al 5,6% nel 2008.

Per quanto concerne l’industria, nel secondo semestre dell’anno tendenze ancora sfavorevoli si sono registrate in diversi settori, mentre un andamento migliore hanno mostrato i comparti dell’impiantistica e quelli che fanno uso di tecnologie avanzate. Nel settore dei servizi si sono riscontrati andamenti contrastanti: il ristagno delle vendite di beni durevoli e la decelerazione del movimento mercantile presso gli scali liguri sono stati infatti accompagnati dalla sostanziale tenuta dei flussi turistici e delle attività ricettive. Il risultato 2009 si è chiuso con un lieve aumento degli arrivi alberghieri (+0,8%), ma con una diminuzione delle presenze complessive del 2,8%.

Anche la lettura dei dati relativi alle insolvenze lascia intendere che il minimo della curva recessiva sia ormai stato superato: l’ammontare dei titoli protestati è stornato rispetto agli 8 milioni del 2008 ai 7,3 del 2009, con una diminuzione del 10%. La dinamica degli impieghi bancari affidati alla clientela savonese ha subito un rallentamento nel corso del 2009 ma dicembre il dato è risalito al + 3,8%, mentre a livello nazionale è diventato negativo. In linea con il trend nazionale è la crescita dei depositi bancari (+15,5% a Savona a fine anno).

L’inversione del ciclo economico è risultata evidente anche per il sistema produttivo della provincia di Savona, sebbene le caratteristiche strutturali della nostra economia ne abbiano in parte smorzato gli effetti negativi. Il PIL a prezzi correnti, in base alle prime stime Tagliacarne, nel 2009 ha avuto un risultato recessivo in tutte le realtà ma per Savona la dinamica è stata migliore sia rispetto all’andamento regionale che a quello nazionale. Nel periodo si valuta infatti una variazione media annua pari a –1,6% per Savona, – 1,7% per la Liguria e –3,3% per l’Italia.

Nonostante ciò Savona mantiene una posizione di metà classifica in base al valore aggiunto pro capite: nel 2009 si situa in 39° posizione con l’8,4% in più rispetto alla media nazionale e risulta la seconda provincia ligure, dopo Genova (33°). Il maggiore reddito prodotto nel tempo ha ovviamente influito nella formazione della ricchezza: Savona risulta infatti 32° in Italia per valore medio del patrimonio per famiglia con un valore stimato nel 2008 pari a 413mila euro. Ha però perso tre posizioni rispetto al 2007, quando risultava in 29° posizione.

Le previsioni Unioncamere – Prometeia attendono per il biennio 2010-2011 un aumento medio del valore aggiunto pari a quasi un punto percentuale per Savona (+0.9%), a fronte di valori più sostenuti per Liguria (+1,5%) e Italia (+1,7%).