di Mary Caridi – Quando tutto intorno a te assume l’aria oscura e fredda della gelida tempesta, quando ogni fiore ti appare bocca vorace e sanguina e gli uomini che prima, camminando, salutavi ti appaiono come ombre, come rapaci traditori della bellezza, quando anche quel liquido che si chiama pianto non è che un rivolo infame del dolore che non trattieni e le mani che stringi hanno un aspetto unto e ti lavi le mani subito dopo per la paura di un contagio.

Quando le ambizioni sono strade impervie colme di sassi dell’ipocrisia e i saluti del vento schiaffeggiano anche te oltre gli scogli. Quando cerchi un riparo e non lo trovi, cerchi la dolcezza e ascolti durezza e arroganza. Quando ti trasformi per un attimo in quello che non vorresti, nelle lusinghe di un fronte di guerra sei tu che hai un’arma insanguinata e non lo specchio che ti rimanda la sua immagine. Quando i bambini che giocavano nel cortile di casa sono zitti e anche tu sei zitta davanti all’oscurità di un potere che corrode.

Allora fermati! Alza lo sguardo al cielo e ringrazia del tuo difficile pensiero e prega per il risveglio della coscienza. Allora sorridi e sogna. Quello che ti toglieranno gli uomini  ti sarà restituito in forma differente. Quello che sai di perdere è quello che ti consentirà di trovare ancora il gusto di altre sfide. Ecco che io come sempre nell’oscurità ti ritrovo, mia amata… Poesia!