di Angelo Vaccarezza – La situazione ‘Ferrania’ mette a nudo oggi, in modo assai preoccupante, i limiti evidenti dell’accordo firmato nel 2008, ormai completamente disattesi, e le debolezze di un piano industriale totalmente inefficace come dimostra la situazione occupazionale venutasi a creare.

Sono molto contento che la Giunta regionale si occupi della Provincia di Savona, così come sono altrettanto lieto che il Presidente Burlando dimostri grande attenzione per la Val Bormida. Tuttavia non posso esimermi dal manifestare qualche preoccupazione relativamente al significato di queste visite che, a mio avviso, hanno tanto il sapore di campagna elettorale e molto meno un profilo concreto di iniziative volte alla risoluzione reale dei problemi.

Sarebbe, forse, più opportuno che tutte le istituzioni potessero trovare un momento di sintesi nel quale affrontare con compiutezza e con una visione di insieme le problematiche in atto. Gestire le diverse ‘partite’ singolarmente, infatti, fa perdere di vista il quadro globale e aumenta il rischio di ottenere solo singole vittorie o singole sconfitte.

Cosa risolverà il Presidente Burlando oggi, incontrando i lavoratori e il Comune di Cairo senza la presenza dell’azienda e della Provincia (che, oltretutto, è delegata proprio dalla Regione a collaborare con gli ammortizzatori sociali e con i cantieri lavoro)?

Oggi, questa provincia, affronta situazioni di crisi come a Dego, Varazze, Ferrania e Pietra Ligure; momenti di preoccupazione come a Finale Ligure; momenti di opportunità come a Vado e a Quiliano: ecco perché ribadisco la necessità di un tavolo concertativo ove affrontare i problemi ‘a tutto tondo’ per poter ragionare su come compensare le situazioni di crisi con le opportunità di sviluppo.

Allo stesso fronte sindacale, che oggi chiede a ragione il proseguimento degli ammortizzatori sociali, rispondo che la Provincia darà tutto il suo supporto e farà tutto il possibile affinché la proroga venga ottenuta e le famiglie coinvolte possano beneficiare di un minimo di serenità. Tuttavia è necessario che anche il sindacato operi un cambiamento di atteggiamento: da una parte per far si che i lavoratori siano davvero al di sopra di ogni interesse politico/sindacale, dall’altra perché venga compreso come, in certi casi, difendere l’indifendibile non rappresenti una soluzione.

Ci troviamo in un momento di profonda amarezza, data anche dal fatto che a dicembre chiedemmo alla Proprietà una verifica ed una ricalibrazione del piano industriale con uno scadenziario ben definito. Allora ci furono date precise garanzie, quelle stesse garanzie che oggi paiono venute meno. Mi domando, quindi, quale siano i soggetti che non hanno fatto la loro parte, cosa sia cambiato nel frattempo, se quel piano industriale avesse presupposti coerenti con la realtà economica.

Ritengo che gli impegni assunti vadano sempre rispettati: definire, in questa situazione, non ‘determinanti’ 20 posti di lavoro (quelli che garantirebbe comunque la messa in funzione della centrale a biomasse), mi sembra un insulto a tutti coloro che vivono l’urgenza e la difficoltà di questa situazione. Oggi dobbiamo occuparci dei lavoratori, combattere per la cassa integrazione, per garantire a quelle famiglia la possibilità di attendere con qualche minima certezza la fine della problematica. Poi, però, affrontiamo seriamente il problema di Ferrania, con gli imprenditori, con la proprietà che ne è titolare, con tutti gli enti in grado di valutare l’insieme delle prospettive del nostro territorio.

Ecco perché mi pare una scorrettezza istituzionale quella odierna che sceglie di non coinvolgere la Provincia. Evidentemente ci sarà un motivo. Mi auguro solo che nessuno possa offendersi quando la Provincia si recherà autonomamente a Ferrania per portare avanti progetti e soluzioni.

* Angelo Vaccarezza – Presidente della Provincia di Savona