Bandiere blu alla Liguria, lo scetticismo dell’ADUC: e il deferimento alla Corte di Giustizia Europea?

di Fabrizio Pinna – Non è un coro unanime per il “record” di Bandiere blu ottenute martedì dalla Liguria. Non mancano incongruenze nelle scelte, sostiene infatti l’Aduc (Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori), che sono passate in secondo piano, a partire dalla decisione presa nei giorni scorsi da parte Commissione Europea di deferire l’Italia (e la Spagna) alla Corte di Giustizia dell’UE per “violazione della direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane”. Tra le 178 città italiane “sotto accusa”, nella lista nera non mancavano infatti anche molti Comuni liguri.

Le Bandiere blu significano “mare pulito (anzitutto) ma anche servizi ecologici”, dice il segretario dell’Aduc Primo Mastrantoni che mostra qualche scetticismo sul risultato della Liguria, “con ben 17 località premiate dalla Federazione per l’educazione ambientale”. “La notizia ci lascia perplessi – spiega – perché pochi giorni fa la Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’UE per violazione della direttiva 91/271/CEE (è del 1991, 19 anni fa!) sulle acque reflue (inquinate). In Liguria ci sono ben 19 Comuni e aggregazioni urbane inadempienti, quali: Albenga, Borghetto Santo Spirito, Camisano, Finale Ligure, Genova – Pegli, Genova – Ora/Volti, Genova – Sestri Ponente, Genova-Val Polcevera, Genova-Darsena, Quinto, Imperia, La Spezia, Margherita Ligure, Quinto, Rapallo, Recco, Riva Ligure, Sanremo, Sestri Ponente e Ventimiglia”.

Certo, ammette l’esponente dell’Aduc, “le località da bandiera blu non sono, nella quasi totalità, quelle sotto accusa” ma, aggiunge Mastrerantoni puntando l’indice su un paradosso evidente, “c’è un caso interessante che riguarda Finale Ligure, che ha contestualmente la bandiera blu e l’accusa per inadempienza alla predisposizione di sistemi adeguati per il convogliamento e il trattamento delle acque urbane. Come la mettiamo?”.