Festa dell’Inquietudine al via con Vauro e Vincino. La satira in Italia? “è di un moralismo bieco”

di Alessandro Sbarile – Si è aperta questo pomeriggio presso l’Auditorium di Santa Caterina di Finale Ligure la Festa dell’Inquietudine, ad aprire l’evento (che si chiuderà domenica) una conversazione fra Francesco Cevasco (giornalista del Corriere della Sera) ed i vignettisti Vauro e Vincino. La conversazione è partita prendendo spunto dal concetto di limite e di decenza, sul tentativo di definire quello che è “il limite della decenza” in Italia, il fatto che la satira spesso non ne tenga conto, trattando temi anche scabrosi, come la crisi economica o la pedofilia del clero, in modo ironico, privilegiando l’attenzione al messaggio.

“Invidio gli autori satirici, perché loro possono usare le parolacce mentre io no” ha detto fra il serio e il faceto Cerasco. “Il nostro- ha affermato Vauro- è un paese ‘quietamente indecente’: dalla violazione dell’articolo 11 della costituzione, al fatto che il Presidente del Consiglio si faccia leggi ad personam, dai morti sul lavoro alle ragazze che potrebbero posare per i camionisti e si ritrovano a fare le europarlamentari; l’indecenza è la nuova forma di conformismo, il nostro è il paese delle favole. La satira è di un ‘moralismo bieco’, può essere feroce ma non è mai violenta; l’arroganza del potere unisce destra e sinistra”.

Da parte sua Vincino ha invece sottolineato come “noi autori siamo alla ricerca di un limite; la satira prende tutta la vicenda umana, dalla nascita alla morte (riferendosi, per esempio, alla caduta dell’aereo in Polonia, su cui era il presidente polacco). Hanno paura del domani e non ti fanno avere fiducia nel futuro”.

La manifestazione proseguirà domani con un calendario ricco di appuntamenti.