“L’acqua non si vende”: incontro giovedì a Villapiana con Pd e Comitato savonese Acqua Pubblica

Giovedì 20 maggio alle ore 21.00, presso la SMS Generale di via San Lorenzo a Savona, si terrà l’incontro pubblico “L’acqua non si vende” organizzato dal Circolo del Partito Democratico di Villapiana e dal Comitato savonese Acqua Pubblica. All’incontro interverranno Marco Russo, Capogruppo PD in Provincia, Roberto Melone, referente savonese Comitato Acqua Pubblica, e Gianpiero Aschiero, membro del Comitato Promotore Regionale del Referendum sull´Acqua fin dalla sua formazione, Consigliere Comunale e Presidente della 3^ Commissione Consigliare Permanente (Lavori Pubblici, Ambiente, Trasporti) del Comune di Savona.

Come è noto, non da oggi, e non solo a Savona, ma in campo nazionale, la posizione del Partito Democratico è a favore dell’acqua pubblica e contro il decreto legge del Governo Berlusconi che ha avviato una privatizzazione forzata del settore idrico, che fino al Governo Prodi era sottoposto alla così detta “riserva pubblica”. Il Circolo del Partito Democratico di Villapiana esprime vicinanza ai sostenitori dei tre quesiti referendari che in questi settimane (e fino agli inizi di luglio) stanno raccogliendo migliaia di firme nella nostra provincia (quasi 10.000 ad oggi) e si rende disponibile con i propri iscritti ed i propri amministratori per sostenere la campagna di raccolta firme a Villapiana e Savona.

Il Circolo del Partito Democratico di Villapiana crede tuttavia che accanto alla campagna referendaria vada promossa un’iniziativa forte in sede parlamentare, come è intenzione del nostro partito a livello nazionale, a seguito di un’ampia discussione nel Paese che coinvolga cittadini, amministratori e associazioni, con l’obiettivo di superare l’attuale legge nazionale voluta dal centrodestra e gettare le basi di un moderno sistema idrico efficiente, equo e con un forte ruolo pubblico. Anzi il Circolo crede che la campagna referendaria possa essere l’innesco per indurre il Parlamento a tornare a far sentire la propria voce per tutelare un bene pubblico primario come l’acqua che non può essere sottoposto ad una commercializzazione legata alla logica dei profitti.

I tre quesiti in pillole:

  • 1. Fermare la privatizzazione dell’acqua (Abrogazione dell’art. 23 bis L. 133/08). Con questo referendum si intende fermare la privatizzazione dell’acqua abrogando i 12 commi dell’art.23 bis della Legge n.133/2008. E’ l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno Villapiana continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.
  • 2. Aprire la strada della ripubblicizzazione (Abrogazione dell’art. 150 del D.Lgs 152/06). Con questo referendum si intende aprire la strada alla ripubblicizzazione. Si propone l’abrogazione dell’art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo ala scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato. L’articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Darebbe inoltre ancor più forza a tutte le rivendicazioni per la ripubblicizzazione in corso in quei territori che già da tempo hanno visto il proprio servizio idrico affidato a privati o a società a capitale misto.
  • 3. Eliminare i profitti dal bene comune acqua (Abrogazione dell’art. 154 del D.Lgs 152/06). Con questo refrendum si intende eliminare i profitti conseguiti attraverso lo sfruttamento del bene comune acqua. Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, avviando l’espropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale.

Gianpiero Aschiero, che interverrà all’iniziativa di domani sera, ha contribuito attivamente alla modifica dell´articolo 47 “Gestione dei servizi pubblici locali” del vigente Statuto Comunale di Savona con l´aggiunta del seguente comma: “Il Comune riconosce la risorsa idrica come diritto collettivo ed universale a prevalente rilevanza non economica”. Esso è stato approvato tre volte in Consiglio Comunale con i soli voti della maggioranza di centrosinistra.

Aschiero, inoltre, ha partecipato, quale Presidente della 3^ Commissione Consigliare Permanente del Comune di Savona, al seminario del Comitato Territoriale Savonese per il contratto mondiale sull’acqua svoltosi nella Sala Consigliare del Comune di Celle Ligure lo scorso 26 febbraio, che ha costituito il Coordinamento dei Comuni della Provincia di Savona impegnati nella difesa del servizio idrico integrato come servizio a prevalente Villapiana interesse pubblico e non economico. Il Coordinamento ha eletto il Comune di Savona come capofila dell´iniziativa.

Aschiero si è fatto promotore all´interno del Partito Democratico di diffondere l´impegno contro la privatizzazione “selvaggia” del Servizio Idrico. L´accesso all´acqua, come anche detto da Aschiero in Consiglio Comunale, è un diritto per tutte le persone e per tutti i popoli. Ciò è sancito anche dalla dottrina della Chiesa Cattolica e ribadito più volte dal Santo Padre. L´acqua è vita, è salute, serve all´agricoltura per produrre il cibo. Gli economisti liberisti sostengono che il servizio idrico migliore è quello pubblico. Non a caso negli Stati Uniti, il paese più liberista del mondo, il servizio idrico è pubblico. La distribuzione dell´acqua tramite la costruzione di acquedotti pubblici, avviata fin dall´epoca romana, è stato uno dei grandi impegni delle Nazioni nel 1800 per migliorare la salute pubblica dei cittadini. Oggi rischiamo di dare questo patrimonio pubblico, realizzato anche da governi conservatori, in mano a monopoli privati, con il pericolo di ridurre il sevizio a soli fini speculativi. Le falde si stanno svuotando e c´è bisogno di risparmiare l´uso dell´acqua, ma ciò è in contrasto con la visione del libero mercato privato che, per sua natura, tende a far crescere i consumi.

* Circolo Pd di Villapiana