Varazze, la replica di Ascom e Assoalberghi all'amministrazione Delfino: nessuna questione “personale”

di Marilena Ratto e Andrea Bruzzone – Il problema della gestione di Palazzo Beato Jacopo in senso turistico non è una questione personale, ma la base per la promozione del territorio e la ricettività turistica, come afferma anche l’Amministrazione Provinciale di Savona. Precedenti Amministrazioni comunali avevano visto lungo nel creare una sinergia tra Iat (ufficio locale di promozione turistica) e Associazioni di categoria no profit del turismo e Ufficio turistico comunale a costo zero per l’Ente pubblico.

Evidentemente questo stato di cose, nel 2010 infastidisce più dell’utilità, del centro turistico invidiato da tutto il Savonese, tra l’altro preso ad esempio dal Presidente Vaccarezza, che è anche assessore al turismo a Palazzo Nervi.

E così siamo arrivati alla scadenza del contratto per l’uso dello storico immobile, segnata da un solco profondo nel confronto tra le parti, per consentire al Comune di “fare cassa” con un progetto di privatizzazione dell’immobile, ma destinato sin d’ora a non provocare l’effetto desiderato. E, lo abbiamo ribadito al sindaco Delfino ieri sera, le soluzioni alternative di altre sedi, a questo punto, semplicemente non ci interessano. Forse non è chiaro che l’Assoalberghi occupa il Palazzo per offrire un servizio e non per necessità. Ora a noi preme solo chiarire come si è arrivati a questo punto.

Nel 2009, nel depliant delle manifestazioni di Varazze, i marchi delle Associazioni Ascom e Albergatori sono stati cancellati dalla Giunta Delfino senza tanti complimenti. Per il 2010 non abbiamo chiesto l’abbinamento dei marchi, ma non abbiamo impedito a chi, all’interno delle Categorie, ha preferito collaborare al programma delle iniziative estive. Nel contempo siamo rimasti sconcertati che nel programma non vi sia cenno alla Città delle Donne, pur avendolo concordato con l’assessorato al turismo. Ciò mentre i “Cento eventi” dell’estate comprendano esibizioni di interpreti femminili di qualità in vari settori che invece avrebbero potuto richiamare il famoso marchio che ha rappresentato per anni il nostro autentico veicolo promozionale, oltre che l’immagine turistica della Città.

Nel frattempo la crisi si è aggravata e si sono persi 300 posti di lavoro nelle strutture alberghiere e commerciali della città. Altro che dissapori personali: qui si tratta di mettere mano – tutti – a una situazione che rischia di cancellare una intera economia cittadina.

Ma torniamo al Palazzo Beato Jacopo. La motivazione di un “esodo da concordare” sarebbe stata dettata da una disposizione dell’Unione Europea con la quale si impongono gare d’appalto per assegnare immobili dei Comuni….. Bene: a Varazze siamo ansiosi di vedere gare per tutti gli immobili di proprietà municipale concessi in utilizzo ad associazioni e privati, in quanto di interesse oggettivo per altri soggetti.

A margine aggiungiamo anche che ci dà molto fastidio questo inaccettabile atteggiamento da “vecchi democristiani”, secondo cui a tutte le nostre rimostranze le risposte sono sempre: non avete capito… ci siamo sbagliati, si sono dimenticati o che non ci hanno pensato.

E, infine, riguardo ai presunti dissapori personali che tutto appiattiscono, ribadiamo che per noi non esistono, mentre è ben presente la consapevolezza della difesa di un settore in grave crisi. Se il Comune di Varazze intende abbassare il livello della discussione a piccoli screzi e ripicche, rivela soltanto di non essere in grado di isolare e affrontare seriamente i problemi di stringente attualità. Da tempo affermiamo che l’economia turistica non debba essere confusa con le manifestazioni di promozione. Come abbiamo più volte ribadito, c’è bisogno di risposte precise sulla questione dehors; sul senso unico sull’Aurelia al termine dei lavori su ponte Teiro; sull’Aurelia bis nel quartiere Solaro; sullo spostamento del mercato del sabato sul litorale.

Riguardo poi al calendario “Cento eventi 2010”, ancorché normale, non diverso dagli anni precedenti, non risolve alcun problema in quanto esce in ritardo e non contiene alcuna spesa di pubblicizzazione. Come al solito, quindi, è destinato a non uscire dagli stretti confini dei quartieri varazzini.

Non è questo che aveva promesso l’assessorato al turismo di Varazze, per voce del titolare, tra l’altro proveniente da un impegno sindacale di Categoria.

Infine ci chiediamo dove siano finiti i famosi cartelloni interattivi di informazione turistica, e pure la famosa insegna sulla Via Aurelia indicante l’ufficio turismo. Per un po’ abbiamo pazientato. Ora il tempo delle promesse è finito. Lasciando solo delusione e incompetenza.

* Marilena Ratto – Presidente Ascom-Confcommercio Varazze; ** Andrea Bruzzone – Presidente Federalberghi Varazze