di Mary Caridi – Non ci aveva pensato  Tabbò, cattolico praticante, un matrimonio religioso unito che testimonia la fedeltà al sacramento, che mettere il Crocifisso nell’Aula del consiglio comunale, avrebbe magari protetto lui e agevolato il secondo mandato.  La Guarnieri ha ricevuto in dono da un anonimo un Crocifisso e ha deciso di appenderlo ad una parete del Consiglio comunale anche per proteggere la sua amministrazione. Nei comuni d’Italia molti politici  hanno avvertito il bisogno di testimoniare la propria fede e l’attaccamento ai valori cristiani, ma i Sindaci non hanno agito d’imperio e  ne hanno fatto oggetto di un consiglio comunale che ha deliberato la scelta. Ad Albenga molti consiglieri comunali lo hanno saputo a cose fatte e dai giornali. Nel metodo forse una maggiore considerazione del ruolo attivo dei consiglieri sarebbe stato da loro apprezzato. Chiaro che esporre il simbolo della cristianità nell’aula del consiglio  può rappresentare da parte del Sindaco un monito  a se stessa, ai cristiani nel  testimoniare la propria  fede  a servire i cittadini con onestà,  dovere  primario dei politici cattolici ed è auspicabile che  il crocifisso in aula sarà monito e guida delle scelte degli amministratori, anche di quelli che cattolici non sono, anche di coloro che sono atei, anche dei fratelli che affollano il Consiglio comunale di Albenga.