“La Regione è un Ente di indirizzo e programmazione e non un ente gestionale per questo sarà il territorio a decidere come allocare le risorse, per evitare di fare scelte calate dall’alto portando avanti percorsi partecipati”. E’ all’insegna dell’ascolto e del rafforzamento del ruolo di indirizzo della Regione che l’assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi ha intenzione di muoversi nei prossimi cinque anni, secondo una logica che non è quella dei finanziamenti a pioggia, ma della creazione di reti istituzionali con Comuni e Province.

Punta sul metodo Lorena Rambaudi nel presentare le prime linee programmatiche del suo assessorato che riunisce politiche sociali, terzo settore, cooperazione allo sviluppo, politiche giovanili e Pari opportunità e sulla vicinanza con il territorio. A cominciare dai 19 distretti liguri presenti nelle quattro province dove Lorena Rambaudi si recherà a partire dall’8 giugno, prima a Imperia, poi alla Spezia, a Genova e a Savona per una serie di incontri che dovranno servire a rafforzare la risposta integrata tra servizi sociali e sanità. Una bella sfida che ha preso il via già nella passata legislatura con il fondo per la non autosufficienza e che verrà portata avanti prestando attenzione non solo agli anziani, ma anche alla disabilità e ai bambini in difficoltà. “Perché gli ospedali – dice Rambaudi – sono importanti ma i servizi territoriali che fanno prevenzione attraverso i consultori e gli ambulatori determinano la qualità della vita dei cittadini”.

Sul terzo settore l’assessore non ha dubbi: “serve rivedere la legislazione: la legge sul volontariato, sulla cooperazione e sull’associazionismo sono ormai datate vanno riprese e integrate”. Anche sugli albi regionali Lorena Rambaudi ha qualcosa da dire:”vanno riorganizzati, riempiti di contenuti e si deve valutare se mantenerli a livello regionale o definirli sul livello provinciale”. L’assessore chiede inoltre nuove opportunità di lavoro per le cooperative di tipo B, che si occupano dell’inserimento lavorativo delle fasce svantaggiate. ”In questi anni – dice Rambaudi – hanno segnato il passo perché non sono state rafforzate, invece rappresentano un punto centrale in un momento di crisi del lavoro, senza le quali si può fare solo assistenzialismo”.

Positivo secondo Rambaudi è invece il bilancio su famiglia e infanzia, grazie anche ai nuovi asili nido aperti in tutta la regione”. “Serve però – ha detto Rambaudi – lavorare sull’accreditamento per garantire una qualità uniforme e più controlli sia per gli asili nido pubblici sia privati”. Sui giovani l’assessore Rambaudi ha chiesto espressamente al presidente di indicare la delega alle politiche giovanili che è cosa diversa rispetto alle politiche sociali. “Su questo fronte – ha detto – proporrò la creazione di un tavolo interassessorile per lavorare insieme con gli altri assessori”. Per le pari opportunità Rambaudi commenta positivamente il lavoro fatto dal precedente assessore, Maria Bianca Berruti contro la violenza alle donne e si assume l’impegno di promuovere concretamente le donne in politica lavorando a favore di una nuova legge elettorale che preveda la doppia preferenza per i due generi.

Nella regione più anziana d’Italia secondo Rambaudi serve un intervento anche a favore della formazione delle badanti, per favorire uno scambio tra servizi pubblici e privatistici e garantire così anche un maggiore controllo.

Per capire a che punto è arrivata la Liguria sul fronte del sistema integrato di interventi e servizi sociali e a 10 anni di distanza dal varo della legge nazionale 328, l’assessore Rambaudi organizzerà per lunedì 8 novembre una conferenza regionale a cui prenderà parte anche l’ex Ministro Livia Turco. Un incontro per fare il punto su quanto la Liguria è andata avanti in materia, attraverso la legge 12 del 2006 e sulle cose ancora da fare.