di Mary Caridi – La “zarina” della Lega ha nella mappa crosomica del suo dna  politico un inequivocabile anello aggiuntivo: la capacità propagandistica. Se Tabbò raramente esternava, lei lo fa in continuazione. Come Berlusconi, maestro nella comunicazione, anche lei, con una furbizia innata, seppur in tono populista differente dal grande capo,  ha un fiuto infallibile nel comprendere che più la coalizione è in difficoltà, più lei sa e deve spostare l’attenzione su altri temi.

Se si analizzano le sue affermazioni sui giornali è facile osservare che ad ogni articolo dove emergano anche piccole difficoltà, che poi consistono soprattutto nella ricerca di avere un pensiero autonomo da lei, da parte di consiglieri comunali, lei stoppa tutti e si riprende la scena. Eccola apparire con  dichiarazioni a volte fantasiose, la tassa della preghiera islamica, le  ordinanze sicurezza creative, le regole di reddito minime per ottenere una residenza, per  arrivare ad esternare  anche sulla professione più antica del mondo, tentando di regolarla in competizione con Mara Carfagna che prima di lei ci aveva provato.

Davanti a questa esondazione mediatica la lega, cioè lei, si rafforza, ma ad Albenga il ruolo amministrativo del pdl scompare nell’ombra. Saranno forse pettegolezzi quelli che ci raccontano di un vice sindaco sotto pressione? I rumors dicono che o lui si adegua o la sua è una poltrona che inizierebbe  a scottare, mentre per  coloro che sarebbero  in odore di indizi di amicizia con Sasso sono tenuti attentamente alla larga da palazzo.  Il pdl è nervoso perché inizia a comprendere che non ha spazi di manovra e che il polipo della politica stringe i tentacoli per imbrigliare ogni sua mossa. L’esuberanza e il potere esercitato in modo ferreo,  al momento non consentono alcun movimento e per il pdl che rappresenta (a differenza dell’elettorato popolare della lega) il mondo dell’impresa, il ceto medio borghese, il mondo cattolico,  iniziano le prime difficoltà con quel modo di fare politica più sugli annunci che sulla risoluzione di problemi pratici che Albenga ha.

Diceva un paio di giorni fa un produttore del mercatino rionale: “ormai in comune son lì da un po’, noi stiamo attendendo che decidano di portare in giunta la nostra pratica, ma non sappiamo al momento che cosa dobbiamo fare per il suolo pubblico e per il nostro mercatino di piazza del Popolo. Il regolamento era stato approvato in ottobre, la coldiretti deve garantirci o noi siamo qui senza alcuna rassicurazione del nostro lavoro”. Solo una voce, un bisbiglio, ma a bassa voce iniziano ad arrivare le prime critiche da elettori di centro destra.

* A modo mio: la rubrica Corsara di Mary Caridi