A modo mio – “Indifendibili porci comodi”: Case chiuse, l’ anatema del Vaticano “Proposta indegna di un paese civile”

di Mary Caridi – Era il lontano luglio del 1996. Il giornale della Santa Sede tuonava  contro i consiglieri lombardi del Polo.  Articolo apparso su L’Avvenire:

“Indifendibili porci comodi” :

Case chiuse, l’ anatema del Vaticano “Proposta indegna di un paese civile”. Dibattito che faceva scrivere queste parole,  tratte dal Corriere della Sera di allora:

…Contrarie anche le prostitute . L’ anatema dell’ Osservatore Romano, l’ indignazione delle prostitute, lo sdegno dei politici. Insomma: no, no e poi no alla riapertura delle case chiuse. E giu’ una pioggia, anzi, un diluvio di proteste e accuse contro i consiglieri regionali lombardi che hanno firmato la proposta: venti eletti di Forza Italia, Federalisti, Udc, An, Ccd e socialisti. Ieri Avvenire aveva parlato di “indifendibili porci comodi”.

Oggi (1996) – il quotidiano della Santa Sede affidava alla penna di padre Gino Concetti tutto il disappunto della Chiesa. Scrive il teologo che la prostituzione e’ “uno degli elementi piu’ rilevanti che concorrono al degrado morale, alla disgregazione della famiglia e alla corruzione della vita pubblica”. La soluzione e’ una sola: il religioso suggerisce di estirpare il problema “alla radice”. “Smantellando senza pieta’ le organizzazioni e i gruppi mafiosi che reclutano ragazze e ragazzi per immetterli nel circuito della prostituzione”. A Padre Concetti fa eco Don Oreste Benzi, da anni in prima linea nell’ aiuto alle immigrate che fuggono dal marciapiede. Don Benzi entra nell’ argomento con alcune controproposte.

Fra cui quella di “applicare una sentenza della Cassazione: possibilita’ di sequestro dei corpi di reato; automobile e abiti dei clienti sorpresi con la prostituta. Per mandarli a casa in costume adamitico”. Don Mazzi pensa a punizioni piu’ severe e taglia corto: “Brucerei il Pirellone”. Una volta tanto l’ amor sacro e l’ amor profano trovano un punto d’ incontro. Perche’ se da una parte la Chiesa condanna l’ idea di riaprire i postriboli, dall’ altra le prostitute lanciano maledizioni sull’ ipotesi. Carla Corso, leader del Comitato dei Diritti Civili delle Prostitute, bolla la questione come “una meschina propaganda” per “politici di terza categoria”. “Ma come potrebbero mettere le donne nei bordelli se il 90 per cento delle prostitute sono clandestine e immigrate? Il problema non si risolverebbe lo stesso perche’ se sgombrano le strade ne arrivano altrettante”. E arriviamo ai politici. Livia Turco, ministro per la solidarieta’ sociale, la chiama “proposta da trogloditi”: “Moralmente discutibile, dimostra una totale non conoscenza del problema. Ci andrebbero di mezzo le povere immigrate, che invece bisognerebbe aiutare”. Si schiera col coro di “no” anche Marco Formentini, sindaco di Milano. “Non condivido la riapertura delle case chiuse. Si tornerebbe a un’ Italia ipocrica, perbenista e piccolo borghese. La proposta, insomma, rivela la ristrettezza mentale dei suoi autori”. Piu’ “morbido” il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

“La soluzione forse non e’ quella indicata dai miei colleghi la cui proposta non codivido . premette .. Tuttavia non mi sembra accettabile un coro di critiche che forse mira a chiudere ogni possibilita’ di discussione sul problema”.

Altro intervento il seguente, a dimostrazione che non esiste una questione di una sinistra bacchettona e un centro destra illuminato:

Da Famiglia Cristiana N.° 30 del 28/07/2002

LA CHIESA CONTRO IL TURPE MERCATO DEL SESSO

LE CASE CHIUSE
LASCIAMOLE CHIUSE

La proposta di riaprire le cosiddette “case chiuse” non può essere condivisa da nessun uomo di buon senso, meno che meno da chi ha veramente a cuore le sorti morali e civili della nazione. E non perché il problema della prostituzione non sia da affrontare e fronteggiare, ma perché non è questa la via per risolvere uno dei problemi più vecchi del mondo.

Che la prostituzione sia un guaio, non c’è dubbio, come non c’è dubbio che certe strade, soprattutto nelle ore notturne, siano veramente impraticabili, per non dire orribili.

Ma riaprire le case, chiuse con la famosa legge Merlin, sia pure con la limitazione del numero di donne, coi controlli sanitari e fiscali, vuol dire andare indietro, molto indietro in quel cammino di civiltà e di libertà che pure si dice di voler percorrere.

La lotta alla prostituzione (e non solo alle povere donne coinvolte) va fatta con determinazione, intelligenza e impegno, coinvolgendo insieme le donne, i clienti e ancora di più gli sfruttatori, l’anello più iniquo di tutta questa faccenda, ma la riapertura delle case chiuse vuol dire un ritorno all’indietro di almeno cinquant’anni.

Chi da tempo è impegnato sul fronte del recupero delle donne finite sulla strada, sa bene che i primi colpevoli sono sfruttatori e clienti, e sa anche che assai spesso sono la povertà e la miseria che spingono tante povere ragazze a vendere il proprio corpo, per mandare un aiuto alla propria famiglia lontana.

Le prime persone a essere offese non sono i passanti, la gente che assiste allo squallido commercio, ma sono le stesse donne, costrette a prostituirsi, perché vedono ridotta la propria dignità femminile e mortificato il proprio essere e il proprio futuro: darsi alla prostituzione, dunque, costituisce sempre un fatto mostruoso, ma non lo è da meno quello di utilizzarla per i propri bassi istinti e, peggio ancora, sfruttarla per arricchimenti illeciti.

Che la prostituzione sia una vera piaga sociale lo riconosce lo stesso Catechismo della Chiesa cattolica al n. 2.355, ma che si combatta seriamente riaprendo le case chiuse è povera e sciagurata illusione.

Non vorremmo che questa proposta di legge sia conseguenza diretta delle nuove norme sull’immigrazione e soprattutto frutto di patteggiamenti segreti per ripulire le strade, concentrando la sporcizia… nelle case di tolleranza.

La storia dimostra che questa è una strada sbagliata. Lo era ieri e lo sarà domani, se, malauguratamente, si facesse strada l’idea della legittimazione sociale delle case chiuse.

Riaprire queste case sarebbe un grave colpo alla dignità della donna e costituirebbe legittimazione di fatto del mercato del sesso, che va combattuto con ben altri modi e assai diverse misure.

Bisogna lavorare seriamente sul fronte della famiglia, dell’educazione dei giovani, sul consolidamento del senso morale in ogni persona; bisogna fermare il traffico di donne, che vengono dall’Est e dai Paesi poveri, offrendo occasioni di lavoro onesto e, soprattutto, intervenendo alla radice per aiutare le nazioni più svantaggiate.

Bisogna intervenire, semmai, equamente sui clienti e sulle prostitute, usando il pugno duro contro gli organizzatori e gli sfruttatori, l’anello più iniquo di tutto questo problema.

Le case chiuse, per carità, lasciamole chiuse; non legalizziamo ciò che è turpe di per sé stesso e non può divenire lecito, sol che avvenga nel chiuso di una abitazione, magari con un numero limitato di clienti, magari pagando anche le tasse…

Non c’è da invocare alcuna norma evangelica; non c’è da fare nessuna guerra di religione, ma, come cristiani e come cittadini, il no alla riapertura delle case chiuse è secco e netto.

Non è questa la strada per eliminare una piaga sociale. Speriamo che questa proposta di legge sia fermata in tempo da chiunque abbia un po’ di buon senso e un briciolo di coscienza morale e civile. A qualunque partito o schieramento appartenga.

Cosmo Francesco Ruppi (Vescovo di Lecce)

*Queste le parole scritte allora, ma oggi qualcosa deve essere cambiato nel pensiero della Chiesa. Il cattolico Eraldo  Ciangherotti si allinea alla proposta leghista Maroni- Guarnieri, aprendo nuovi percorsi nel dibattito sulle case chiuse.

* A modo mio: la rubrica Corsara di Mary Caridi

4 Commenti

  1. Cianga!!! …allora come la mettiamo stavolta con il tuo capo porporato?…Stavolta, per mantenerti nelle grazie della siciliana e non perdere il posto così tanto agognato e sudato hai dovuto morsicar enel limone EEHH? Non hai potuto compiere le solite evoluzioni in perfetto stile doppiogiochista arrembandoti un po’ di qua e un po’ di là…!
    Proprio per questo credo che tu per la Chiesa sia un danno e contribuisca a danneggiarne l’immagine. Spero che di cio’ se ne ricordino tutti. Invito Albenga Corsara ad indire un sondaggio di opinione online: vorrei proprio vedere il grado di simpatia di cui gode il biondino. Sarà paragonabile al suo consenso elettorale?

  2. …..l’acrobata Araldo, pur di mantenere la poltrona avuta in omaggio, diverrebbe anche abortista convinto!!!

  3. E beh, dai… dopo i cattocomunisti, i cattoleghisti… in Italia non ci facciamo mancare mai niente 🙂
    Divertente l’intervista di Rebagliati sul Secolo… superficiali e stiracchiate le risposte dell’assessore Ciangherotti costretto a spericolati equilibrismi… 🙂

  4. ….ma roba da pazzi avete visto che hanno tolto le panchine da piazza nenni??. e allora per la prostituzione perche non eliminano gli uomini, per la deliquenza perche’ non eliminano i delinquuenti cosi le forze dell’ordine le mandiamo a casa, e cosi via eliminiamoi kebab cosi i marocchini non vanno a comprare e non disturbano la signora di sopra. ma roba da pazzi, vogliono fare come berlusca una cagata giorno ….leva i i comunisti di torno……ma

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