di Fabrizio Pinna – Oggi a Roma, manifestazione nazionale della Cgil contro la manovra e le politiche economiche del Governo. Ma sul piede di guerra in questi giorni non sono solo i sindacati, peraltro lontani dal formare un compatto fronte comune, con Cisl e Uil parzialmente più concilianti nelle loro aperture: giovedì dopo la Conferenza romana e l’incontro con il Governo al ministero degli Affari regionali (presenti i Ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto e Roberto Calderoli) contro i pesanti tagli contemplati per gli enti locali e territoriali dalla manovra economica del Governo, si è sollevato infatti anche un coro di protesta unanime – senza distinzioni di area geografia e appartenenze politiche – da parte dei presidenti delle Regioni.

Secondo quanto sostenuto dall’assessore al Bilancio della Lombardia Romano Colozzi durante un’audizione in Senato, nella manovra è netto il disequilibrio in sfavore degli enti locali sui quali è stato scaricato un peso eccessivo per far quadrare i conti, con i Comuni che “vedranno tagli per il 3,17%, le Province intorno al 3% e le Regioni a statuto ordinario il 13,28%; le Regioni a statuto speciale vedranno un taglio del 4,17% e lo Stato di poco più del 2%”.

“La manovra – ha spiegato il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani – mette strutturalmente in discussione non solo il federalismo, ma i servizi forniti ai cittadini dalle Regioni”. In questo senso, nessuna differenza tra le parole usate di rincalzo dal Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando (“impossibile da reggere per le regioni ed è iniqua”) del Pd e quelle usate dal “governatore” pidiellino della Lombardia Roberto Formigoni (“è insostenibile”, “è iniqua”). Del resto, ha sentenziato lo stesso Formigoni, ”Tutti condividiamo le parole di Errani e la posizione dei presidenti delle Regioni è unanime”.

Per la Liguria, più nei dettagli lo scenario negativo delle ripercussioni della manovra governativa sulla Regione lo ha illustrato ieri a Genova il presidente Burlando insieme agli assessori al Bilancio Pippo Rossetti e all’Ambiente Renata Briano. Secondo le attuali valutazioni la manovra “si abbatterebbe sulla Liguria come un ciclone” procurando tagli di circa 150 milioni di euro nel 2011 e 200 milioni nel 2012; “sia chiaro a tutti – ha sottolineato Claudio Burlando – che non si tagliano i costi della politica, ma la sussistenza di servizi molto importanti come i servizi sociali, investimenti, trasporto pubblico”, con effetti negativi a catena su Province e Comuni.

Uno dei punti più delicati, è stato ribadito giovedì al termine del confronto Stato-Regioni, saranno proprio le ricadute dei tagli sull’architettura e la qualità dei servizi sociali erogati dalle Regioni: “siamo molto preoccupati, stiamo già intervenendo sugli sprechi e sulle spese ‘politiche’ – già sono stati tagliati stipendi e accorpate società ed enti ‘inutili’ – ma con questi tagli che ci riserva la manovra saremo costretti ad intervenire anche sul Welfare e sulla non autosufficienza”, ha sottolineato il Presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Preoccupazione naturalmente condivisa anche in Liguria, ha anticipato ieri il presidente Burlando, anche se a fare il punto “sulle pesanti ricadute della manovra del governo sui servizi sociali e in particolare sulle misure a sostegno dei disabili nella scuola e nella società”, toccherà lunedì 14 giugno nella sede di piazza de Ferrari all’assessore alle Politiche Sociali della Regione Liguria Lorena Rambaudi.