di Claudio Almanzi – È tornata ad esporre ad Albenga, e con notevole successo di pubblico e di critica, Anita Oliveri, maestra della ceramica e pittrice di rilievo nel panorama ligure della fine del Novecento. La Oliveri (nata a Vado nel 1941) ha presentato una ventina di nuovi pezzi che meritano attenzione e che resteranno in mostra nella saletta Ucai di piazza dei Leoni fino al 20 giugno: “Si tratta – dice il noto esperto d’arte e collezionista Augusto Andreini – di una importante occasione per chi ancora non dovesse conoscere la Oliveri, per incontrare questa artista, che a prima vista potrebbe sembrare una semplice seguace del grande Scanavino, ma che è invece dotata di ispirazione originale e poetica e brilla di luce propria. Infatti Anita Oliveri è stata per me ancora una volta vera scoperta”.

L’artista ha all’attivo oltre cento mostre in Italia ed all’estero, dove ha ottenuto importanti riconoscimenti e sue opere si trovano in musei, enti pubblici ed in  importanti collezioni private. All’inaugurazione erano presenti fra gli altri gli artisti Gino Pisanello ed Italo Gafà (nella foto). “La Oliveri – dice il critico Carlo Bertolino – è un’artista interessante, originale e poliedrica: il suo stile passa con disinvoltura dal figurativo, all’astratto al fantasioso”. “Nel mondo dell’arte di oggi- ha detto la stessa Oliveri- mi sento una figura fuori dal coro, Sono cresciuta in un paese dove la presenza di personalità trainanti ha segnato un solco fecondo che si sente ancora oggi”. La Oliveri si riferisce a grandi artisti del calibro di Arturo Martini e Roberto Bertagnin, lo stesso Scanavino ed Aldo Mondino.

Fondamentale per il suo sviluppo artistico sono stati i soggiorni e gli incontri con grandi artisti francesi come Damiano e Bonnard: “È stata una vera e propria palestra – prosegue la Oliveri- di maturazione artistica l’ambiente che ho avuto modo di conoscere in particolare a Nizza e Mougins”.

Sempre in bilico fra l’informale e l’astratto, le sue creazioni sono sempre frutto di sperimentazioni: linee, colori, grovigli, intrecci, profili non si ripetono mai ed il gioco creativo è imprevedibile. Nelle terrecotte invece è più forte il legame con la realtà ed in particolare, con la natura dalla quale trae le maggiori ispirazioni. Da segnalare anche il bel catalogo che contiene una ventina di opere più recenti ed una interessante introduzione, della stessa artista che si definisce: “Figlia del Novecento”. La personale, dal titolo “ Intrecci intrecciati” è stata allestita presso la saletta dell’ Ucai (Unione Cattolica Artisti Italiani) e resterà aperta, tutti i giorni, dalle 16 alle 19.