Litolatte e Futurismo a Savona: presentato il libro su Vincenzo Nosenzo

di Claudio Almanzi – Un libro dedicato ad un grande personaggio dell’arte italiana del Novecento, ingiustamente dimenticato per molto tempo dalla critica ufficiale, è stato presentato ad Albenga, nella biblioteca civica di palazzo Oddo.

Si tratta del volume “Vincenzo Nosenzo, prestidigitatore e re della Latta” (Omega editore) scritto da Silvia Bottaro, critica ed esperta d’arte, presidente dell’ Associazione culturale “R. Aiolfi” di Savona, che ha voluto testardamente impegnarsi (in 15 anni di ricerche di materiale su questo grande imprenditore) per contribuire alla riscoperta delle belle e giovani 250 operaie della Lito-Latta, protagoniste del Futurismo e di Vincenzo Nosenzo, amico dei più noti Futuristi, personaggio davvero interessante ed affascinante. “ Ho sentito- dice la Bottaro- la necessità di approfondire la storia di queste donne che non erano solo semplici operaie, ma che raggiunsero nella litografia della latta un livello di assoluto valore, tanto che proprio per parlare di loro andrò prossimamente alla Triennale di Milano ed alla Quadriennale di Roma”.

A presentare questo interessante libro-ricerca, che ripercorre le imprese di Vincenzo Nosenzo, oltre all’autrice era presente anche scrittrice Maria Scarfì Cirone. “Il libro di Silvia Bottaro- ha detto la Cirone- traccia la figura di Vincenzo Nosenzo, capitano di mare e d’industria, che fu editore futurista. Nosenzo, nato a Savona nel 1887 e morto a Loano nel 1977, ebbe una fama internazionale per aver stampato nel suo stabilimento industriale denominato “Lito-Latta” a Zinola i due famosi e sempre più rari “libri di latta”, precisamente quello di Filippo Tommaso Marinetti “Parole in libertà futuriste – tattili – termiche – olfattive” (1932) e quello di Tullio d’Albisola “L’Anguria lirica” (1934), con le illustrazioni di Bruno Munari”.

La sigla “Lito-Latta” l’aveva escogitata proprio Nosenzo, industriale di Savona, produttore di scatole metalliche per conserve alimentari stampate in litografia: tale mescolanza di competenze e ambienti rende ancor più affascinante la ricerca futurista. La veste grafica dei libri è di Tullio d’Albisola, amico di Nosenzo. Libri di latta, dunque, che entusiasmano i futuristi, oggetti luccicanti come le carrozzerie delle automobili o come le ali degli aerei che sono i loro miti. “ Il libro della Bottaro- dice la direttrice della biblioteca civica ingauna Valdiserra- che è stato dedicato a Mario Verdone, è il frutto di tre lustri di ricerche in Italia e all’estero per scoprire chi fosse davvero Nosenzo e quale impulso seguì nell’usare la latta come materia editoriale ed artistica. Dalla normale lavorazione della latta per contenitori alimentari si è passati alla sua sperimentazione in campi completamente diversi: carte da vista, calendari, manifesti, libri di latta”.

Tale innovazione trovò pronto Vincenzo Nosenzo che senza badare a spese seguì le idee innovative di Tullio d’Albisola, di Farfa (anello di congiunzione tra il gruppo futurista torinese fondato da Fillia, Mino Rosso, Pippo Oriani, Nicolaj Diulgheroff e Savona), di Acquaviva, di Prampolini, senza contare i contatti diretti con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del futurismo, che tante volte visitò la fabbrica sita nel quartiere a ponente di Savona, denominato Zinola: “ I futuristi – dice la Bottaro- fecero visita alla fabbrica molte volte, giungendo sempre dal mare. Li accoglievano le belle operaie di Nosenzo, schierate dinanzi allo stabilimento, davvero all’avanguardia per l’impiego della maggioranza di maestranze femminili e dotato di un Dopolavoro attivo in vari settori, non solo nei “lavori donneschi”, ma nel turismo, e perfino nel ciclismo”. Una fabbrica famosa nel mondo per la dotazione di macchinari all’avanguardia tecnologica, di un ufficio progetti e designer molto attivo e creativo, dove venne stampato il Manifesto Futuristico della Lito- Latta, il 22 novembre 1931.

1 Commento

  1. 25 anni fa ho rilegato 16 pagine di Tullio D’Albissola venduto in America x 7.000.000 di lire dopo 2 anni era al Louvre di Parigi

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