Savona, Ghione: “scuola rischia di perdere la sua capacità di fornire un’istruzione alle future generazioni”

di Ugo Ghione – La scuola è oramai in una situazione molto critica, vicina ad un punto di rottura che può portare a situazioni al momento assolutamente imprevedibili. Le decisioni dell’attuale governo stanno facendo precipitare la situazione in maniera esponenziale: tagli ai quadri orari portando le ore settimanali da 36 a 32; tagli alle classi aumentando il numero degli studenti fino a 35 per classe; tagli agli stipendi, bloccando gli scatti di anzianità; blocco dei contratti lo stipendio del 1 gennaio 2009 viene congelato fino al 1 gennaio 2014.

Un sacrificio economico non indifferente, stimabile mediamente in circa trecento euro mensili nell’immediato, ma con pesanti ripercussioni nel futuro, tre anni di servizio di anzianità sono definitivamente perduti sia per il calcolo della pensione che per il calcolo del TFR. Per tanti docenti che avevano scelto di lavorare di più aumentando il loro orario da 18 a 24 ore settimanali il taglio è stato assai più pesante, infatti sono state tagliate sia le ore che lo stipendio.

Non parliamo poi dei precari, attualmente tutti lasciati a casa con le indicazioni per chiedere il sussidio di disoccupazione e poche prospettive per un’eventuale riassunzione a settembre. Un danno alla qualità del nostro lavoro, lavorare con classi di 30-35 studenti è ben differente che lavorare con classi di 20-25. Le ore di laboratorio nelle materie scientifiche sono state drasticamente diminuite, non parliamo poi delle schede disciplinari (lo strumento che dovrebbe sostituire il vecchio programma ministeriale) le conoscenze e le abilità che dovrebbero acquisire gli allievi sono sostanzialmente le stesse sia che i corsi prevedano 66 (all’Istituto Tecnico indirizzo economico) 198 (Istituto Tecnico indirizzo tecnologico) o 429 ore (Liceo Scientifico), come ad esempio accade per Fisica, la materia che insegno.

Ma oltre al danno la beffa, in data 9 giugno 2010 l’ARAN dichiara che in base alle informazioni disponibili dal 2000 al 2008 gli stipendi nel pubblico impiego sono aumentate del 39,7% mentre nel settore privato solo del 25%, ora dato che gli stipendi sono fissati per contratto, e l’ARAN ne dovrebbe sapere qualcosa, i dati disponibili sono noti sicuramente fino al 2010 e allora perché non riferirsi agli ultimi otto anni, invece che ai “penultimi” dal 2002 al 2010 infatti gli stipendi dei professori sono aumentati del 18,5% mentre quelli del settore privato sempre del 25% da notare che il tasso d’inflazione effettivo è stato del 20,9%, sempre dati ARAN.

In questa situazione ho deciso di aderire allo sciopero indetto da COBAS e comitati dei precari per difendere non solo i miei interessi economici, ma anche la mia professionalità di docente e la scuola come istituzione che in una situazione come quella che si sta determinando rischia di perdere la sua capacità di fornire un’istruzione alle future generazioni.

* Ugo Ghione – Sovona, Docente di Fisica dell’Istituto per geometri “Alberti”